La premier Tory britannica Theresa
May archivia il 'culto' esclusivo thatcheriano della proprietà
individuale e rilancia l'edilizia residenziale pubblica come
risposta alla penuria di alloggi e ai costi insostenibili che
affliggono molti nel Regno. La svolta si traduce nell'annuncio
dello stanziamento di 2 miliardi di sterline in Inghilterra per
aiutare consigli locali, cooperative e altre organizzazioni a
finanziare progetti di nuove case popolari (ma solo dal 2022).
May, alla ricerca del consenso perduto anche in vista della
Brexit, capovolge in qualche modo la retorica della 'lady di
ferro' - secondo l'interpretazione del filo conservatore Daily
Telegraph - rivendicando l'edilizia popolare come un motivo di
"orgoglio per il Paese" e non più "uno stigma sociale". Di qui
l'impegno a intervenire, a fronte di dati secondo cui il numero
di alloggi realizzati dai 'local councils' risulta crollato dai
140.000 all'anno del 1970 a quasi zero negli anni '90 e 2000.
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