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Scambio di embrioni, gemelli contesi da genitori biologici e in attesa

Scambio di embrioni, gemelli contesi da genitori biologici e in attesa

Le coppie intervistate da quotidiani italiani

ROMA, 28 luglio 2014, 13:40

Redazione ANSA

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''I veri genitori siamo noi, gli unici. I bambini devono avere il nostro cognome fin da subito, appena nati. Andremo all'anagrafe per segnarli come nostri. Ce li dovranno restituire''. Intervistati dal Corriere della Sera, i genitori biologici dei gemelli che stanno crescendo nel grembo di un'altra donna dopo uno scambio di embrioni all'ospedale Pertini di Roma il 6 dicembre scorso annunciano battaglia legale. ''Ricorreremo a un tribunale per tutelare i diritti dei nostri figli. Non avremmo voluto. Siamo delusi e stanchi della mancanza di responsabilità dimostrata a tutti i livelli fino ad oggi'', dicono. Riferendosi all'altra coppia, ''la felicità che spettava a noi è toccata ad altri. Quei due signori si sono comportati in modo irresponsabile. Spariti, non hanno mai risposto ai nostri appelli. Magari avremmo potuto trovare una soluzione. Comprendiamo il loro stato d'animo. Sappiamo però che essere madre e padre significa preoccuparsi di tutelare prima di tutto i bambini. Sfuggire agli appelli e portarci ad uno scontro inevitabile vuole dire non fare il bene di nessuno''. Nel ricorso d'urgenza, riporta il Corriere della Sera, si chiede ai giudici di ordinare che la coppia che ha ricevuto gli embrioni sbagliati fornisca ''tutte le informazioni sullo stato di salute dei nascituri nonché dove e quando avverrà il parto affinché i ricorrenti possano formare l'atto di nascita dal quale risultino come genitori''. Inoltre al momento della nascita i ''neonati dovranno essere consegnati ai genitori genetici''. ''Abbiamo chiesto ai giudici - spiegano i genitori biologici - di diffidare chiunque dal formare l'atto di nascita''.

Oggi su La Stampa e Repubblica la "replica" dell'altra coppia, quella che sta portando avanti la gravidanza frutto dello scambio di embrioni al Pertini, che ribadisce la volontà di battersi per tenere i gemelli. "I bambini - spiega al quotidiano torinese la coppia che ha ricevuto gli embrioni non suoi - sono nostri figli, li alleveremo noi e non abbiamo intenzione di dividerli con nessuno". "Nutriamo un sentimento di sincero dispiacere per l' altra coppia. Ma, dopo l'imperdonabile errore commesso dall' ospedale, non potevamo certo rinnegare quelle due creaturine nel grembo di mia moglie. È lei la vera madre. È lei a nutrirli attraverso il cordone ombelicale. E io sono il padre che già li coccola sin dal primo momento". E al giornalista che sottolinea come il padre genetico sia l' altro, l'uomo risponde: "attualmente non mi pongo il problema. Tanto più che è necessaria una pratica di riconoscimento della paternità. E per quello ci batteremo in tribunale. Ora voglio solo pensare alla salvaguardia dei bambini". La paura che un giudice possa toglierci i bambini? "Quella c'è. Ma il vuoto legislativo in materia è dalla nostra parte. Noi eravamo disponibili ad incontrare l'altra coppia, ma alla nostra richiesta di conoscere il motivo del confronto si sono negati". "Abbiamo fiducia nel diritto naturale - continua la coppia su Repubblica, - si deve apprezzare il grande coraggio e la coerenza di una madre che ha scelto di dare la vita piuttosto che farsi coinvolgere in un procedimento giudiziario".

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