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Dai Pacs ai Dico ai Didoré, tutte le volte che la politica ci ha provato

Dal testo dei ministri Bindi e Pollastrini a quello di Brunetta per riconoscere i diritti delle coppie conviventi

In principio furono i Pacs, poi i Dico, i Cus, i Didorè. Sono innumerevoli le volte nelle quali la politica ha tentato (senza successo) di regolamentare le convivenze di fatto tra coppie eterosessuali e omosessuali.

Era il lontano 2002 quando i Ds misero tra i propri punti programmatici i PACS, patti civili di solidarietà tra coppie di conviventi. Tra i diritti previsti quello alla reversibilità della pensione, il subentro dell'affitto, i giorni di congedo dal lavoro in caso di incidenti gravi del compagno. La proposta di legge presentata in Parlamento non arrivò ad essere discussa prima della caduta del governo Berlusconi e fu riprsentata nel programma dell'Unione che vinse le elezioni del 2006 ma con una maggioranza in Senato quantomai stretta e variegata.

L'8 febbraio del 2007 il Consiglio dei ministri varò un disegno di legge a firma dei ministri Rosy Bindi e Barbara Pollastrini che proponeva i DICO, i diritti e doveri dei conviventi che vedevano riconosciuti, alle coppie omosessuali e non, diritti a partire dalla successione fino all'assistenza per le malattie ma anche doveri come quello degli alimenti. L'iter legislativo si è interruppe di fatto con la caduta del governo Prodi. Nel frattempo erano stati trasformati in CUS (Contratti di unione solidale) su proposta dell'allora presidente della commissione Giustizia del Senato Cesare Salvi.

Ma anche il centrodestra tentò di emenare una legge in questo campo. Nel settembre 2008 gli allora ministri della Funzione Pubblica, Renato Brunetta e dell'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, proposero i DIDORE', diritti e doveri di reciprocità dei conviventi. La proposta di legge, sottoscritta da 80 deputati Pdl si fermò, però, in commissione.

 

 

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