"Se un giudice decide di candidarsi, se decide di accettare una carica pubblica, un incarico politico, un incarico di governo, è bene che non torni a fare il magistrato. Io penso questo". Così il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini alla festa del Foglio di Firenze intervistato da Annalisa Chirico sui temi della giustizia. "Sono ottimista - ha aggiunto - sul fatto che nella magistratura il rapporto dell'accesso a cariche pubbliche e elettive sia indirizzato verso una soluzione".
"Le correnti hanno un peso? Certo che hanno un peso, eccome. Le correnti nella magistratura - ha detto ancora - esistono, l'associazionismo nella magistratura è fenomeno antico, le correnti concorrono a eleggere due terzi del plenum del Csm, e gli eletti votano, incidono".
"Non ci trovo nulla di improprio - ha detto in un altro passaggio - se la magistratura associata sollecita il Parlamento a disciplinare materie che non hanno disciplina". "E' vero o no che i giudici sono sempre più chiamati a intervenire su diritti fondamentali che non trovano compimento nella legge? Perché il Parlamento non può o non vuole - ha spiegato Legnini - Dunque se la magistratura associata dice che 'non ci potete accusare di supplenza e poi non fate le leggi' secondo me non dice qualcosa di inappropriato".
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