(di Daniela Giammusso)
ROMA - "La cultura oggi è un elemento strategico per il paese. Può essere davvero una delle chiavi per cavalcare questa quarta rivoluzione industriale". L'appello a "chiedere cosa possiamo fare noi" per l'Italia e non il contrario, a "costruire un racconto del nostro paese" perché è legando "bellezza, stile, manifatturiero, beni culturali, turismo" che si vince la sfida del futuro, arriva oggi dal Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ospite d'onore a Roma dell'Assemblea annuale di Civita, l'Associazione che raccoglie 140 imprese impegnate nel sostegno e nella promozione della cultura in Italia. L'incontro - alla presenza del Presidente Gianni Letta, del vice presidente vicario Nicola Maccanico e del segretario generale Albino Ruberti - è anche l'occasione per la nomina a vice presidente internazionale di Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo, con delega a rappresentare Civita nelle sue attività internazionali di studio e ricerca.
"La cultura - dice il presidente Boccia - è come l'innovazione: è una trasversale della dimensione dell'industria, non è una cosa a sé. La parola chiave però - esorta - è 'contaminazione'. Dobbiamo dimostrare di saper essere un paese industriale moderno, ma anche orgoglioso di vivere in una grande comunità che si chiama Italia e di saperla raccontare". "Nei contenuti l'Italia non la batte nessuno, proprio per il rapporto che storicamente abbiamo con la cultura", concorda a distanza, parlando con l'ANSA, il vicepresidente vicario di Civita, Nicola Maccanico. "Il compito che l'Associazione si è sempre posta e il fondamento della sua storia - dice - è rendere possibile l'incontro tra pubblico e privato", ma anche individuare le nuove sfide del settore. "Come i social network, oggi fondamentali nella diffusione e fruizione - prosegue - O il soft power, quel potere immateriale rappresentato proprio dalla cultura e dall'immagine di un paese, che oggi inizia a essere centrale accanto al potere economico e militare".
E allora ecco l'invito del presidente Boccia, alla platea degli addetti ai lavori riuniti con Civita ma soprattutto a quella più ampia degli industriali, "a non essere timidi", a "valorizzare il territorio per 'aprire' le aziende" e anche a iniziare a farsi avanti. Con l'Art Bonus, ad esempio. "Dobbiamo farlo diventare un elemento quantitativamente rilevante. Non accontentarci di 50 milioni, che sono tanti, ma sono solo l'inizio". Le imprese italiane, dice, "possono contribuire orgogliose adottando qualcosa può essere un bel messaggio, perché quando arrivano i clienti dall'estero portarli a vedere un monumento che hai adottato come azienda non lascia indifferenti".
"Sì, l'Art Bonus va ancora alimentato, ma bisogna dare anche il tempo alle imprese di conoscerlo e insistere", aggiunge Maccanico, esortando il ministro Franceschini a insistere "sul principio che oltre alla conservazione c'è anche tutto il tema della valorizzazione del nostro patrimonio e del nostro mondo culturale. Investendo su uno si può alimentare l'altro. Ormai è finita e superata - conclude - l'epoca in cui l'idea di promuovere la cultura e i beni culturali in Italia veniva associata a un concetto negativo di mercimonio. L'impegno del ministro e del Governo è chiaro, strategico e con una visione che complessivamente condividiamo".