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Mostre: Homo Faber, bellezza del ‘fare’ con le mani

Apre rassegna europea di Michelangelo Foundation. Sarà biennale

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(Di Daniela Giammusso)

VENEZIA - Cosa possono avere in comune il cofano rosso fiammante di una specialissima Ferrari e il colletto di un Van Dick restaurato? O le sofisticate riflessioni sull'interno degli oggetti di 8 designer e artigiani con gli abiti di Karl Lagerfield per Chanel? Per non dire delle forme neo-etrusche di un artista albanese con il verde Paloma coniato da una collega olandese. È la mano dell'uomo, come racconta Homo Faber. Crafting a more human future, la grande mostra-evento culturale sui mestieri d'arte di tutta Europa, che la Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, dal 14 al 30 settembre porta alla Giorgio Cini a Venezia (ingresso libero, previa registrazione su homofaberevent.com).

Un viaggio sorprendente attraverso tutto ciò che l'uomo può fare meglio di una macchina. Seguendo la tradizione, ma sempre alla scoperta del futuro.
''Non una semplice mostra, non una fiera, ne' un salone o una avvenimento promozionale - racconta il co-fondatore della Michelangelo Foundation, Franco Cologni - Qui non si fanno feste, ne' si rincorrono scopi commerciali. Homo Faber è un evento culturale dedicato alla bellezza, è la testimonianza del grande livello del saper fare, il racconto di tanti talenti e storie diverse di tutta l'Europa, dalle Azzorre alla Russia, dall'Islanda alla Sicilia''. Tutto, ''seguendo i principi di eccellenza e bellezza, per avviare un futuro positivo, nuovo'', aggiunge il curatore generale di Homo Faber, Alberto Cavalli. Davanti alle ombre “dell'intelligenza artificiale e della robotica industriale - prosegue Johann Rupert, co-fondatore della Michelangelo Foundation - quello che possiamo fare è mettere in connessione fra loro gli artigiani europei''.

Ed è davvero un viaggio quello che si compie attraverso le 16 mostre a tema affidate a 13 designer, architetti e curatori tra cui India Mahdavi, Michele De Lucchi, Stefano Boeri, Judith Clark e Jean Blanchaert. In 4 mila metri quadri espositivi si contano 400 artigiani e designer europei, 85 mestieri, 300 abilità uniche. E poi 900 oggetti già realizzati, 91 maestri che saranno all'opera sotto gli occhi del pubblico, la realtà virtuale e i giovani studenti-ciceroni ad introdurre i padiglioni.

Un mix di culture, saperi, tradizioni, obbiettivi, diversi come ''è diversa l'Europa ogni 20 chilometri'', dice Blancheart che per Best of Europe ha raccolto opere di 150 artisti da ogni angolo del continente. Con tappe raffinate come la storia del blasonata Fondazione Bettencourt Schueller o il Creativity and Craftsmanship di 8 designer e artigiani a esplorare il tema del 'dentro' degli oggetti nel Cenacolo Palladiano. Ma tra restauri, un secolo di vasi iconici, da Giò Ponti a Richard Ginori, o l'artista irlandese che intreccia rami di salice come i suoi antenati o le Botteghe venete, ecco anche padiglioni che ''non ti aspetti''. Come i Mestieri in movimento, che Stefano Micelli ha costellato di bolidi. ''Spesso si fatica ad associare artigianato e produzione di macchine e mezzi di trasporto - spiega - In realtà sono tanti i maestri che contribuiscono in maniera originale ad esplorare la frontiera tecnologica''. Ecco allora il K1, futuristico elicottero ''su misura''della Konner, le motociclette degne di Matrix e Iron Man dello spagnolo El solitario Mc e ancora la sostenibilità con le bici Exclusive Edition di Pedemonte, fino alle cromature artigianali dell'Autofficina Bonini per Ferrari.
Realizzata sotto l'Alto Patronato del Parlamento Europeo, intanto Homo Faber già guarda al futuro. ''È l'inizio di un percorso - anticipano Rupert e Cologni - L'idea è che diventi un appuntamento biennale, sempre alla Cini. E la prossima volta aprirà anche agli artigiani del resto del mondo''.

In collaborazione con:
Michelangelo Foundation

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