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Elizabeth McKenzie, lo scherzo è forma di rivincita

A pordenonelegge con il primo libro tradotto in Italia

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PORDENONE, 22 SET - La famiglia con tutte le sue meraviglie e disastri, tra ex hippie, coltivatori di marijuana, veterani e scienziati, crisi delle risorse ambientali e problemi esistenziali, in un esilarante psicodramma. La scrittrice americana Elizabeth McKenzie si fa conoscere in Italia con 'L'amore al tempo degli scoiattoli' (Marsilio), una commedia dolceamara, acclamata da scrittori come Jonathan Franzen ed Elizabeth Strout, presentata in anteprima a pordenonelegge. "Lo scherzo permette di demolire certe cose, è un modo per prendersi una rivincita" spiega la McKenzie, 60 anni, originaria di Palo Alto, che è cresciuta a Los Angeles e vive in California ed è capo redattore di una rivista di critica letteraria, la Chicago Quarterly Review. A colpire nel suo romanzo, tradotto in Italia da Stefano Massaron, che mette in scena la storia di un fidanzamento che va verso il matrimonio, è proprio lo stile, l'umorismo e leggerezza dei toni con i quali vengono raccontate questioni pesanti. Come ha detto la Strout "dietro l'umorismo che pervade questo racconto, la rivelazione che la vita è un affare serio". Ecco dunque Paul, brillante scienziato in carriera che si occupa della sindrome post traumatica dei veterani e Veblen, comportamentista indipendente, che ha l'ossessione per gli scoiattoli ed è convinta che le parlino, in procinto di sposarsi. "Veblen ama tanto gli scoiattoli perché sono una proiezione del modo in cui vede i problemi della vita. Impersonificano una serie di questioni, dal suo imminente matrimonio alla crisi ambientale, all'eccessivo consumo delle risorse. Gli scoiattoli sono un po' lo specchio di tutto questo e sono anche una sorta di ambasciatori del mondo naturale" spiega la scrittrice che è una donna timida, al contrario di quello che ci si aspetterebbe leggendo il suo romanzo. "Il mio stile è il risultato di una fermentazione di numerosi anni in cui ho studiato e letto tanto materiale. Perché scrivo in modo così umoristico? Perché sono così, è naturale per me. Mi piace il contrasto tra profondità e leggerezza dello stile come quello tra luce e oscurità" sottolinea l'autrice per la quale "Franzen è una fonte di ispirazione". Poi racconta che la sua "creatività si è sviluppata ed è stata alimentata da una serie di esperienze e difficoltà contro le quali ho dovuto lottare, anche durante l'infanzia. I miei genitori sono stati attivisti in campo ambientale, ricordo ancora le lacrime di mia madre in un periodo in cui lottava contro la costruzione di una diga nel Grand Canyon. E pur non essendo quaccheri da noi non si comprava ne si sprecava mai niente. Ho ereditato dai miei genitori la sensibilità ambientalista e anticonsumista". Nel romanzo tutto si complica quando Paul e Veblen decidono di sposarsi: non conoscono le loro rispettive famiglie che, a loro volta, non si sono mai incontrate. Da una parte i genitori di lui, ex hippie e complottisti convinti. Dall'altra quelli di Veblen: una madre egocentrica e ipocondriaca, con l'ex marito rinchiuso in un ospedale psichiatrico e l'attuale che la segue come un cagnolino. "La famiglia di Paul è abbastanza diffusa nel nord della California dove ci sono molti coltivatori di marijuana. Ci sono persone armate con la pistola che proteggono le loro coltivazioni e le ho visitate. Come c'è una vasta presenza di hippie sparpagliati sulle colline" spiega l'autrice. "Il libro comincia con un fidanzamento - aggiunge - ma si addentra in una serie di lati più oscuri della vita. E' interessante vedere come reagisce Veblen, se è felice veramente e ha molti dubbi nel corso della storia". "Mi piace molto l'analisi che è stata fatta da uno studioso svizzero che ha detto: 'il matrimonio è una battaglia fino alla morte'" spiega la McKenzie che è autrice anche della raccolta di racconti 'Stop That Girl' e ha insegnato all'Univeristà di Stanford scrittura creativa.

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