Sconfisse l'Ebola, la febbre emorragica che può uccidere anche in nove casi su dieci, ma non è sfuggito alla pericolosità del coronavirus: è il primo sanitario della Liberia morto per il Covid-19.
"Sopravvisse all'Ebola ma non al coronavirus", titola il sito Front Page Africa segnalando il caso di Murphy V. Dolbah, un infermiere che aveva lavorato in un centro di cura della più grande epidemia che tra il 2014 e il 2016 colpì sei Paesi in Africa occidentale - soprattutto Guinea, Sierra Leone e, appunto, Liberia - causando quasi 29 mila contagi e oltre 11.300 morti, secondo cifre accreditate da Africa Cdc.
Dolbah, di cui il sito non precisa l'età ma che una foto mostra giovane, faceva test al "Palm Springs", in un hotel di Monrovia adibito a centro di quarantena per casi sospetti.
Era stato lui stesso a chiedere quell'incarico, ha riferito un suo collega denunciando che sebbene soffrisse di asma e avesse dolori al petto e al cuore "non aveva febbre o sintomi da coronavirus. Ma quando se ne sono accorti, era troppo tardi. Se gli avessero fatto il test prima, lo avrebbero salvato".
Su Facebook, sabato sono comparsi messaggi che esaltano lo spirito con cui questo infermiere faceva il proprio lavoro sfidando la morte: "Ho il cuore spezzato ad apprendere che Murphy V. Dolbah, la cui eccezionale presenza ci teneva su all'Unità di trattamento Ebola dell'ospedale Elwa 2, sia morto di Covid-19", ha scritto una sua collega, Mary Beth Heffernan, riferisce il sito.
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