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Africa - Il nord della Nigeria diventa un focolaio sempre più pericoloso

Africa - Il nord della Nigeria diventa un focolaio sempre più pericoloso

17 maggio

ROMA, 21 maggio 2020, 15:17

di Valentina Maresca

ANSACheck

Nigeria © ANSA/EPA

Nigeria © ANSA/EPA
Nigeria © ANSA/EPA

Ramadan pieno di lutti ma anche di preghiere quello di Kano, stato di fede prevalentemente musulmana a nord-est della Nigeria. E di sicuro nell'invocare una protezione divina non c'è nulla di male se questo accadesse in casa e non in moschea, nonostante i divieti, durante una pandemia che vede tra le misure di prevenzione proprio il distanziamento fisico. Tutto è iniziato da un misterioso aumento di morti in aprile, segnalato dai becchini che hanno notato un numero di sepolture superiore alla norma. I decessi, in maggioranza di anziani, sono stati inizialmente attribuiti dal governo di Kano a malattie pregresse dei defunti, ma la task force di esperti mandata dal presidente della Nigeria Muhammadu Buhari ha ricondotto il fenomeno al coronavirus grazie a campioni prelevati dai cadaveri prima della sepoltura, poi diventati positivi. Il capo della task force, Nasiru Sani Gwarzo, ha aggiunto che la mappatura iniziale mostra come il virus potrebbe essersi diffuso durante le visite ai malati e le sepolture. Per motivi religiosi, infatti, i parenti seppelliscono i defunti solo poche ore dopo la loro morte, abitudine che ha reso difficili le autopsie. 

Lo stato di Kano, la cui capitale omonima conta circa 10 milioni di abitanti, registra 666 contagi e 33 decessi da Covid-19 ed è ormai secondo focolaio nazionale del virus dopo la città di Lagos, nel sud della Nigeria. Il Paese africano conferma a oggi 4.787 contagi e 158 morti. Ora i timori riguardano anche gli altri stati nigeriani a nord, in cui i decessi stanno aumentando. Il quadro è complicato da servizi sanitari carenti e già provati da altre epidemie. Il periodo dell'anno che va da aprile a giugno, infatti, è quello in cui si registra la maggiore diffusione di colera, tifo, meningite, morbillo, malattie prevalenti nella regione. Un dato che non spinge a essere ottimisti in assenza di interventi massicci sul fronte di forniture mediche e personale attrezzato contro questa molteplice minaccia, che rischia di crescere in un'area contrassegnata anche da alti tassi di povertà.

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