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Pd: Delrio, Colle ci chiama per governo? Valuteremo

Pd: Delrio, Colle ci chiama per governo? Valuteremo

Il ministro si sfila dalla partita per la segreteria: 'Ci sono altri più capaci di me'. Orlando: 'Il 4 marzo abbiamo perso tutti ma Renzi responsabile della mancata dialettica nel partito'

13 marzo 2018, 17:32

Redazione ANSA

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Graziano Delrio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Graziano Delrio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Graziano Delrio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il giorno dopo la direzione che ha sancito il ruolo di Maurizio Martina a 'traghettatore' del Pd dopo le dimissioni del Pd tra i Dem la tensione resta ancora alta ma si guarda anche alla difficile partita del governo. La minoranza torna ad attaccare mentre si inizia a ragionare sugli organigrammi del nuovi gruppi di Camera e Senato e in vista dell'assemblea di aprile.

"Se Mattarella - dice il ministro Graziano Delrio - ci chiedesse di fare il Governo? Valuteremo. Il Presidente ha sempre la nostra attenzione e la nostra collaborazione. Noi siamo disponibili ad ascoltare, diversamente da quello che hanno fatto Lega e M5S nel corso dell'ultima Legislatura".

Delrio si sfila (per il momento) dal toto-segreteria."Martina - ha detto Delrio a Radio1 - traghetterà il partito, noi siamo alla ricerca di una bussola per riavvicinare i nostri elettori. Per fare il segretario ci sono altri più capaci di me". "Noi abbiamo detto la verità - prosegue - e questo in politica molto spesso non paga. Abbiamo idee diverse da Lega e M5S su come uscire dalla crisi e su come aiutare le famiglie e le imprese italiane più in difficoltà".

Leggo le interpretazioni più varie di quanto ho detto questa mattina nell'intervista a Radio Anch'io - precisa poi - fino a travisare il senso delle mie parole. Il senso delle mie parole è uno solo ed è quello affermato ieri dalla direzione nazionale nel documento condiviso, cioè che il Partito Democratico "riconosce l'esito negativo del voto, garantisce il pieno rispetto delle scelte espresse dai cittadini e al Presidente della Repubblica il proprio apporto nell'interesse generale" e "si impegnerà dall'opposizione, come forza di minoranza parlamentare, riconoscendo che ora spetta alle forze che hanno ricevuto maggior consenso l'onore e l'onere di governare il paese".

 

"Non c'è la percorribilità di un governo politico con i Cinque Stelle", dice intanto il ministro Andrea Orlando (PD) ai microfoni di Agorà, Rai Tre. "Dobbiamo nettamente distinguere i nostri profili, il Movimento si è candidato alle urne con un programma incompatibile con il nostro. Bisogna però evitare di dire: 'abbiamo perso, arrangiatevi', non tocca a noi fare un governo né con la Lega né con M5S ma dobbiamo concorrere alla definizione degli assetti istituzionali, dobbiamo partecipare per la definizione di presidenti dei Camere e Senato", aggiunge.

"Il 4 marzo - attacca Orlando - abbiamo perso tutti con responsabilità di Renzi, avendo lui avuto un grande ruolo centrale; sicuramente non c'era dialettica nel partito. Abbiamo subito la compilazione nelle liste, apprendendole la notte in cui sono state votate". "Bisogna evitare - ha detto in ogni caso Orlando - che alcuni si mettono a tirare il carretto nella difficile transizione da affrontare e altri si mettono fuori a sparare".

"Il sostegno esterno al M5S momento non si può fare perché se noi dessimo il sostegno esterno al M5s dovremmo votare la fiducia", dice l'esponente del Pd Ettore Rosato a "Gioco a premier" su Rai radio 1, che sottolinea come il M5S "non la voglia la nostra fiducia".

"Mattarella non è che chiede al Pd di fare il governo, al massimo l'unica cosa che potrebbe chiedere a tutti i partiti è di fare un governo prima di andare alle elezioni. Ma non succederà: chi ha vinto ha l'onere e l'onore di governare, si assuma la responsabilità". Lo dice l'esponente del Pd Ettore Rosato, a Gioco a premier su Rai Radio1, commentando le affermazioni del collega di partito Graziano Delrio che si è detto pronto a valutare la richiesta del Colle al Pd per fare un governo e le ipotesi in campo per dar vita ad un Esecutivo. "Non si può stare al governo dopo aver perso le elezioni", ribadisce, sottolineando anche di "non preferire andare subito alle elezioni".

 

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