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Cinque cose che mandano in crisi chi scrive la tesi

Cinque cose che mandano in crisi chi scrive la tesi

Gli studenti alle prese con la scrittura del lavoro finale per la propria laurea triennale o magistrale sono una schiera infinita

22 gennaio 2015, 18:37

Redazione ANSA

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Cinque cose che mandano in crisi chi scrive la tesi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cinque cose che mandano in crisi chi scrive la tesi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cinque cose che mandano in crisi chi scrive la tesi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dal relatore che non si trova al blocco dello scrittore, ogni tesista affronta uno stress incalcolabile mentre scrive la tesi. Ecco quali sono le cinque cose che mandano in crisi tutti i tesisti secondo Skuola.net. La tesi è dietro l’angolo. Gli studenti alle prese con la scrittura del lavoro finale per la propria laurea triennale o magistrale sono una schiera infinita. Tra di loro serpeggia l’ansia e la paura di riuscire a finire in tempo e non tradire le aspettative del relatore e l’attesa di amici e parenti pronti con fiori e spumante.

Ma quali sono le 5 cose che impediscono davvero ai tesisti di mantenere calma e sangue freddo?

5. La scelta dell’argomento
La decisione più dura è sempre lei, la materia da scegliere. Si susseguono giorni e notti insonni, ore interminabili a rimuginare su quell’unico argomento che non sarà mai usato nella tesi. Finalmente si giunge all’idea geniale dalle argomentazioni valide, la solida teoria che sarà smontata in ogni punto dal relatore, immancabilmente.

4. Il blocco dello scrittore
L’argomento è scelto, il professore vi ha indicato le norme redazionali da seguire, e ci siete solo voi, il pc e quella tastiera silenziosa e beffarda che vi guarda e aspetta di essere calcata e percossa dalle vostre tenere dita e dalle vostre decise soluzioni. Peccato che il foglio bianco con sfida vi guarderà prendendosi gioco di voi. La sindrome da foglio bianco vi colpirà irrimediabilmente.

3.L’insostituibile irreperibilità del relatore
Più difficile della tesi stessa è la scelta del relatore, o meglio lui stesso in carne ed ossa. La specie a cui appartiene il relatore è tra le più misteriose e imprendibili. Si aggira per l’università in giacca e borsa vecchio stile, un ombra tra i corridoi, protagonista di seminari e laboratori ma figura evanescente durante i colloqui con gli studenti in preda al panico per la tesi finale.

2.Un libro su mille ce la fa
I libri. Quanti se ne apriranno, quanti se ne sfoglieranno in cerca della citazione perfetta, della frase efficace e lunga al punto giusto da riempire almeno metà pagina di tesi che insieme alla formattazione e al numero del carattere svolterà le “centoventipagine di tesi”. Ma quanti libri si perderanno e quanti non se ne troveranno in quella polverosa biblioteca di provincia, dove è custodito il manoscritto intonso che il vostro relatore vi ha suggerito.

1.Non farmi quella domanda
«Come va la tesi?» Fateci l’abitudine, diventerà un mantra, come la frase dei parenti durante le feste che ti chiedono «come va l’università» e «gli esami» e tu vorresti dirgli «bene! tutto ok!», ma in realtà nella tua mente scorrono le immagini delle feste e delle cene a casa dove tutto hai fatto meno che studiare. Ma non importa, alla fine farai un bel respiro e risponderai: «Procede, spero di laurearmi a Marzo»

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