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Udinese Milan 2-1, Inzaghi ordina ritiro a oltranza

caos Milan, mr. Bee torna per vedere Berlusconi

Bee Taechaubol è tornato in Italia, convinto di avere soci e capitali adeguati per la scalata al Milan. Silvio Berlusconi potrebbe incontrarlo domani o nei prossimi giorni, per discutere il valore economico del club. Quello tecnico è forse ai minimi storici, rispecchiato dalla classifica più triste degli ultimi 17 anni, e aggravato dal caos nello spogliatoio, certificato dal duro confronto fra Filippo Inzaghi e la squadra, nonché dal ritiro punitivo a oltranza. Mentre il terzo esonero in poco più di un anno è stato posticipato solo di qualche settimana. Prima va definito il futuro assetto societario. Taechaubol, che secondo indiscrezioni è atterrato a Milano nel pomeriggio, è convinto di poter chiudere in tempi non troppo lunghi la trattativa avviata a gennaio con l'ex premier e superare la concorrenza del gruppo cinese guidato da Richard Lee. Alla luce dell'esame dei conti del Milan, l'offerta definitiva della cordata del thailandese - noto anche come Mr. Bee (composta anche dal portoghese Nelio Lucas, proprietario del fondo Doyen Sports, e da capitali di Pechino) - potrebbe essere inferiore rispetto alle valutazioni iniziali. Berlusconi temporeggia, non è escluso un incontro domani ad Arcore, ma l'agenda del leader di Forza Italia è fitta di impegni e non mancano le situazioni da risolvere all'interno del partito in vista delle Regionali di fine maggio. All'inizio del mese, Berlusconi ha in programma un tour elettorale in Puglia, in cui ci sarà spazio anche per una visita alla tomba di Padre Pio, a San Giovanni Rotondo. Chissà se avrà ancora tempo e voglia per una visita a Milanello, dove una squadra allo sbando è sottoposta, per scelta di Inzaghi condivisa dalla società, al ritiro a oltranza, anche fino al termine del campionato se non cambierà l'atteggiamento. "La durata è indeterminata - ha precisato il club, dopo l'allenamento del mattino -. La squadra può rimanere a Milanello fino a mercoledì, oppure fino al 3, al 10, al 17, al 24 o al 31 maggio, a seconda delle decisioni dell'allenatore, che verranno prese in base alla qualità delle prestazioni". Come deciso subito dopo la partita persa a Udine, il ritiro doveva durare fino alla sfida di mercoledì sera contro il Genoa. Poi, c'è stato il duro confronto fra allenatore e giocatori sul pullman verso l'aeroporto. "Non siete degni del Milan", il senso del discorso di Inzaghi. Anche se arrivano smentite sulla reazione al veleno di un calciatore, nello spogliatoio è ormai diffusa l'idea che a giugno la squadra sarà affidata a un altro. Un furente Berlusconi è stato tentato dalla svolta a caldo, ma ha convenuto con Galliani che non avrebbe avuto un gran senso a sei giornate dal termine, con la qualificazione alla prossima Europa League ormai proibitiva, e che i calciatori sono i principali responsabili della figuraccia rimediata al Friuli. Da Montella a Klopp, da Donadoni a Conte, passando per Sarri, è lunga la lista di nomi per il post-Inzaghi. Ma ogni decisione è in standby, nell'attesa di capire se il Milan cambierà davvero padrone.

L'Udinese esorcizza il Diavolo. L'anticipo della 13/a giornata del girone di ritorno al Friuli termina 2 a 1 in favore dei bianconeri. Succede tutto nella ripresa di una gara dominata dal primo all'ultimo minuto dalla squadra di casa, contro un Milan quasi apatico, capace di svegliarsi dal torpore solo nei minuti finali, quando l'Udinese cala il ritmo, pagando l'evidente stanchezza per le energie spese in una gara ad altissima intensità. Troppo tardi però perché il gol di Pazzini riesca a riaprire i giochi e pareggiare i conti delle reti di Pinzi e Badu. L'Udinese è padrona della prima frazione di gara. I bianconeri schierati in campo da Stramaccioni in 4-3-1-2 con Domizzi chiamato a stringere i denti al centro della difesa e Gejio, a sorpresa, a fare da spalla a Di Natale, mettono subito in campo intensità e pressing alti. Gli ingredienti giusti per provare a infilare il Milan in velocità. Non è un caso che già al 1' Di Natale costringa Maxi Lopez al primo intervento.

Quando si trova in campo aperto la squadra bianconera, oggi con una maglia "speciale" con la condivisione dei colori della Asd Pallamano Rovereto (primo vincitore del concorso Dacia Sponsor Day),sembra in grado di fare male. In più occasioni i friulani sfiorano un gol che non arriva; neanche al 44' quando il sinistro di Guilherme sfiora l'incrocio dei pali con Diego Lopez in evidente ritardo. Il Milan risponde con Suso, Pazzini e Menez nel tridente d'attacco del 4-3-3 messo in campo da Inzaghi. I rossoneri in campo però sono lenti e prevedibili. Non riescono mai ad accelerare la manovra per rendersi pericolosi. Se si esclude una conclusione dalla distanza di Van Ginkel al 35', alta sopra la traversa, il Diavolo non inquadra praticamente mai lo specchio della porta bianconera. Non si considera neppure come occasione il tiro di Antonelli su cross di Suso allo scadere che si insacca nella porta difesa da Karnezis dopo che l'arbitro ha già fischiato un fallo commesso proprio dal rossonero su Widmer in marcatura.

Lo 0 a 0 con cui si chiude il primo tempo si sblocca in avvio di ripresa. Il vantaggio friulano arriva al 13' sugli sviluppi di un calcio d'angolo, l'ennesimo battuto dai bianconeri. Dalla bandierina Di Natale calcia in mezzo all'area. Pinzi, nella zona del dischetto, stop e destro con la palla che passa tra le gambe di un paio di difensori rossoneri e si infila nell'angolino basso alla destra del portiere. Inzaghi prova a cambiare pedine per scuotere i suoi, ma Rami e Destro non riescono a imprimere un cambio di rotta e di ritmo alla squadra. L'Udinese ha tutto il tempo per schierarsi in difesa e chiudere ogni spazio. Ripartendo in velocità. L'Udinese legittima il meritato vantaggio al 29': Badu segna raccogliendo un cross di Guilherme dopo una conclusione respinta a Di Natale. La prima sbavatura bianconera, al termine di una gara quasi perfetta dei friulani, consente al Milan di accorciare le distanze. E' il 43': i rossoneri battono il primo calcio d'angolo. Sugli sviluppi del tiro della bandierina Cerci crossa al centro dell'area dove Pazzini è libero di svettare di testa a beffare Karnezis. Sembra riaprirsi la gara ma si tratta soltanto di un finale che costringe l'Udinese a soffrire per l'ultima manciata di minuti.

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