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Giro d'Italia, classifiche e pagelle, i numeri dalla 98/a edizione

Secondo posto per Aru davanti a Landa

Redazione ANSA ROMA

Alberto Contador ha vinto il 98/o Giro d'Italia di ciclismo grazie a un dominio sostanziale, ma non straripante, e senza vincere tappe. Ha indossato per la prima volta la maglia rosa il 12 maggio, dopo la 5/a frazione, da La Spezia all'Abetone, mollandola solo per un giorno al rivale Aru, il 22 maggio, alla vigilia della maxi-cronometro Treviso-Valdobbiadene. Sabato 23 maggio se l'è presa di nuovo e non l'ha mollata più. Rispetto al Giro 2014 è cambiato poco ai vertici del Giro, solo il padrone. La sensazione che l'esito della corsa rosa fosse già scritto è divenuta ben presto realtà.

Nessun tira e molla, insomma, come invece era accaduto nel 2012, ai tempi del duello serrato fra Hesjedal e Rodriguez, fino all'ultimo secondo. Rispetto al 2014 si sono registrate tre vittorie di tappa in più (nove) per l'Italia: nel 2013 erano state sette, l'anno prima e nel 2010 sei, mentre nel 2009 otto; niente a che vedere con le 11 del 2008, quando s'impose sempre Contador, a Milano: Viviani a Genova, Formolo a La Spezia, Ulissi a Fiuggi, Tiralongo a San Giorgio del Sannio, Boem a Forlì, Modolo a Jesolo e Lugano (Svizzera), Aru a Cervinia e Sestriere, i successi azzurri. Dodici, invece, le affermazioni di corridori stranieri (compreso quello dell'australiana Orica greenedge, nella cronosquadre da San Lorenzo al mare fino a Sanremo).

CONTADOR 9,5 - Il 'Pistolero' ha disputato un Giro da 10, sorretto da un senso tattico formidabile, ma non dalla propria squadra. La Tinkoff-Saxo, infatti, lo ha lasciato solo contro tutti, in ogni tappa. Rogers e Basso non pervenuti. Meglio Kreuziger, ma solo per poco. Contador perde mezzo voto per non aver vinto alcuna tappa, ma non va dimenticato che ha dovuto fare i conti anche con una sublussazione alla spalla.

ARU 9: è stato straordinario a Cervinia e Sestriere, vincendo due tappe colossali. Rappresenta il futuro del ciclismo italiano nelle corse a tappe. Il virus che gli ha fatto saltare il Giro del Trentino lo ha debilitato oltremodo, interrompendo la sua marcia di avvicinamento al Giro. Altrimenti, con quella squadra, chissà...

LANDA 9: ha vinto a Madonna di Campiglio e sull'Aprica, non due tappe qualsiasi. Si è rivelato al grande pubblico ed è assai probabile che l'Astana punterà su di lui alla prossima Vuelta. In salita è stato un fenomeno, aiutando anche il compagno Aru.

ASTANA 9: pur non diretta sempre in modo strategicamente impeccabile da Martinelli, la squadra kazaka si è comunque garantita cinque successi di tappa (Tiralongo, due volte Landa e Aru), piazzando peraltro due corridori sul podio (Aru e Landa).

GILBERT 8: malgrado l'età (quasi 33 anni), si è confermato il re dei finisseur. Una pessima notizia per chi punta al Mondiale dei prof. su strada. Il belga c'è.

VISCONTI 7,5: non gli è riuscito di vincere una tappa, ne aveva conquistate due nel 2013, poco male. Si è consolato alla grande con la maglia azzurra di leader degli scalatori.

MODOLO 7,5: senza Cavendish è stato lui a conquistare la palma di miglior sprinter, grazie all'ottimo treno della Lampre-Merida. Ha vinto a Jesolo e Lugano.

HESJEDAL 7: ha dimostrato di essere molto vicino al corridore che stupì tutti nel 2012, battendo sul filo di lana 'Purito' Rodriguez e conquistando la maglia rosa a Milano. Ha lavorato per se stesso e per Contador, pur non appartenendo alla sua scuderia. Accordi lungo la strada.

KRUIJSWIJK 6,5: ha disputato un buon Giro, ma ha perso a Cervinia la maglia di leader del Gran premio della montagna, a beneficio di Visconti. E' stato fra i protagonisti e anche lui si è speso per Contador, che non è suo compagno, ma lui è divenuto suo alleato.

FORMOLO 6,5: è salito alla ribalta a soli 22 anni, divenendo fra i vincitori più giovani al Giro, nella tappa di La Spezia. Il futuro è suo.

NIZZOLO 6,5: pur senza vincere mai ha indossato la maglia rossa di leader della classifica a punti, cucendosela addosso.

URAN URAN 5: ha deluso nella prime due settimane, ma è venuto fuori alla distanza. Troppo tardi. La sua mezz'ora circa di ritardo in classifica è per certi versi umiliante, anche perché era salito sul podio nelle ultime due edizioni del Giro.

CLARKE 4: se da un lato è riuscito a indossare la maglia rosa a La Spezia, dall'altro ha fatto perdere per 'eccesso di generosità' 2' a Porte, penalizzato per avere preso la sua ruota. Una gentile concessione assolutamente imperdonabile per un professionista, che dovrebbe conoscere il regolamento e sapere che il corridore di un'altra squadra non può cedere la ruota a un avversario senza incappare in una sanzione.

PORTE 3: idem come per Clarke, per quanto riguarda il cambio ruota. Ma con un'aggravante: avere documentato su Twitter l'episodio. Proprio dalle foto apparse sul suo profilo è partita la sanzione della giuria. Per il resto, non pervenuto, nemmeno nella crono che è il suo terreno preferito.

Classifica generale finale del 98/o Giro d'Italia di ciclismo, dopo la 21/a e ultima tappa, da Torino a Milano, lunga 178 chilometri:
1. Alberto Contador (Spa) in 88h22'25" (km percorsi 3.501, media 39,615 km/h)
2. Fabio Aru (Ita) a a 01'53"
3. Mikel Meana Landa (Spa) a 03'05"
4. Andrey Amador (Crc) a 08'10"
5. Ryder Hesjedal (Can) a 09'52"
6. Leopold Koenig (Cec) a 10'41"
7. Steven Kruijswijk (Ola) a 10'53"
8. Damiano Caruso (Ita) a 12'08"
9. Alexandre Geniez (Fra) a 15'51"
10. Yury Trofimov (Rus) a 16'14"
11. Maxime Monfort (Bel) a 17'51"
12. Juergen Van den Broeck (Bel) a 25'12"
13. Tanel Kangert (Est) a 28'05"
14. Rigoberto Uran Uran (Col) a 28'26"
15. Amael Moinard (Fra) a 30'35"
16. Darwin Hurtado Atapuma (Col) a 40'36"
17. Mikel Irutalde Nieve (Spa) a 48'24"
18. Giovanni Visconti (Ita) a 50'32"
19. Paolo Tiralongo (Ita) a 01h03'38"
20. Carlos Alberto Gomez Betancur (Col) a 01h17'27"

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