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Da pagine Facebook si può predire depressione

Un programma calcola rischio 'leggendo' contenuti

Facebook può svelare se una persona soffrirà di depressione: rivelatrici messaggi e parole che si scrivono sul social, ad esempio è a rischio di andare incontro a disturbi depressivi chi fa uso di parole come 'lacrime', 'sentimenti', e della prima persona, o più in generale parole che esprimano ostilità, solitudine, pensieri eccessivamente ricorrenti. Lo rivela uno studio di esperti delle University of Pennsylvania e Stony Brook University apparso sui Proceedings of the National Academy of Sciences, che ha portato allo sviluppo di un 'software' atto proprio a predire le future diagnosi di depressione in base ai contenuti apparsi sulla pagina facebook di un campione di individui.

Gli esperti sono arrivati a un algoritmo in grado di predire il rischio depressione su Facebook partendo dall'analisi di dati estratti dalle pagine Fb di quasi 1200 persone, col consenso dei rispettivi interessati e confrontati con i dati medici elettronici del campione (114 partecipanti avevano diagnosi di depressione). Dopo questa fase l'algoritmo è stato testato con successo su un'enorme mole di dati estratti dalle pagine Facebook di un gruppo di individui cui successivamente è stata diagnosticata la depressione e un gruppo di controllo.

"Ciò che le persone scrivono sui social cattura aspetti della vita molto difficili da individuare in ambito clinico e di ricerca" - spiega l'autore principale del lavoro Andrew Schwartz. "Si possono trovare numerosi segnali di condizioni come depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico in ciò che le persone esprimono nella loro vita digitale".

"I social contengono 'marcatori' di malattia in modo simile al genoma", riferisce Johannes Eichstaedt, un altro autore. "Con metodi sorprendentemente simili a quelli usati in genomica, possiamo studiare i dati raccolti dai social per identificare questi marcatori. La depressione sembra essere particolarmente ravvisabile in questo modo perché muta realmente il modo in cui le persone usano i social". 
   

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