Per le accuse relative al crac di
Banca Marche, tra cui il concorso in bancarotta fraudolenta,
"non è configurabile dolo" a carico dei tre componenti del
collegio sindacale in carica fino aprile 2012. Lo scrive il gup
di Ancona Carlo Cimini nella motivazione della sentenza con cui
ha assolto in abbreviato Franco D'Angelo, Marco Pierluca e Piero
Valentini perché il fatto non costituisce reato. La Procura
contestava il concorso al dissesto, con 13 ex vertici rinviati a
giudizio, omettendo i "poteri di vigilanza". Dagli atti il gup
evince che il collegio sindacale era in "buona fede", ha
"esercitato i poteri di vigilanza e controllo e i vari
interlocutori aziendali addetti ai controlli interni non hanno
mai rappresentato situazioni allarmanti o critiche nell'area
della concessione, monitoraggio, recupero del credito". La
"filiera" della concessione del credito per il giudice, era
"caratterizzata da una sorta di asservimento di strutture
periferiche e subordinate agli esponenti apicali" di BM.
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