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Cia, in Umbria produzione miele giù del 50 per cento

Cia, in Umbria produzione miele giù del 50 per cento

Apicoltori temono moria api per sensibile carenza di nutrienti

PERUGIA, 10 agosto 2022, 17:38

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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La siccità che ha colpito l'Umbria a giugno e luglio ha frenato "bruscamente" la produzione di miele e ora gli apicoltori temono anche una moria delle api che hanno fronteggiato una sensibile carenza di nutrienti. A lanciare l'allarme è la Cia-Agricoltori italiani regionale, che stima una perdita di produzione verosimilmente superiore al 50%.
    Secondo le testimonianze raccolte da Cia Umbria - si legge in un suo comunicato -, hanno potuto assicurarsi una produzione interessante solo coloro che in primavera inoltrata sono stati favoriti delle fioriture. Viceversa chi, per caratteristiche floreali e territoriali, confidava in un raccolto tra fine primavera e inizio estate è "rimasto completamente tagliato fuori" dalle produzioni.
    Cia Umbria denuncia inoltre una "ennesima speculazione sul costo degli alimenti per il settore apistico, sul quale nessuno sembra controllare, salvo poi fare i conti in tasca ai consumatori che devono spendere 10 euro per un chilo di miele millefiori umbro, per raggiungere i 15 per un monofloreale o lo stesso miele d'acacia". "A questo scenario - aggiunge l'organizzazione - dobbiamo aggiungere i costi del gasolio agricolo e della benzina che comporta, visti i rincari, una spesa enorme per chi pratica apicoltura nomade e sposta le api in diverse zone, anche fuori regione".
    "Oltre l'80% delle specie vegetali coltivate in Europa dipende dall'impollinazione degli insetti e quindi delle api, - sottolinea il presidente Cia Umbria e vice presidente nazionale, Matteo Bartolini - mentre la piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici dell'Onu ci dice che la mancata impollinazione degli insetti comporterebbe un danno economico pari a 570 miliardi l'anno. Il problema che stiamo vivendo a causa del climate change non è solo collegato alla produzione di miele, quanto alla minaccia di moria delle stesse api, perché senza la loro attività è a rischio la produzione vegetale, quindi le coltivazioni per alimentare gli animali.
    Pensiamo al latte, alla carne ma anche al pane; in generale al cibo che portiamo a tavola tutti i giorni"
   

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