(ANSA) - PERUGIA, 27 MAR - Circa 25 mila persone in totale da
raggiungere con test e tamponi in un mese, dopo una prima fase
riservata alle categorie più a rischio: è l'obiettivo del nuovo
piano regionale per la rilevazione della positività al Covid-19
illustrato nel corso di una videoconferenza stampa dalla
Regione. Prevede l'impiego di due nuovi test rapidi: uno
immunologico attraverso il sangue del paziente che verifica la
reazione immunitaria con risposta in 15 minuti e uno molecolare,
per controllare la presenza del virus nelle vie respiratorie,
che dà i risultati in un'ora.
"Se andiamo a testare tutte le categorie stiamo parliamo di
quel numero. Quindi dobbiamo procedere con gradualità,
inizialmente con le persone che abbiamo individuato" ha
affermato il direttore regionale alla Sanità, Claudio Dario.
Quindi, è stato annunciato, che già dal 28 marzo si partirà con
il nuovo test rapido immunologico (in distribuzione alle aziende
sanitarie) al fianco di quello molecolare standard (il
cosiddetto tampone che necessita di tempi lunghi e
strumentazioni complesse e che porta a refertare in Umbria al
massimo 500 tamponi al giorno). Test già in distribuzione con 5
mila pezzi a disposizione: entro il 30 marzo ne arriveranno
altri 10 mila. Progressivamente quando arriveranno entro 15
giorni pure gli altri, quelli rapidi molecolari, i controlli si
allargheranno ad altre fasce di popolazione.
Attraverso l'utilizzo dei test rapidi la Regione stima di
poter eseguire circa 2 mila test al giorno, privilegiando le
aree geografiche dove il virus è più diffuso.
La strategia, di cui ha parlato l'assessore alla Sanità Luca
Coletto, punta ad individuare i pazienti Covid-19 "che
necessitano di assistenza sanitaria, nonché ad attuare una
sorveglianza allargata della popolazione, con particolare
attenzione alle categorie a rischio, in modo da intercettare
rapidamente i casi asintomatici o con pochi sintomi che possono
diffondere il virus, in modo da contenere efficacemente il
contagio attraverso il loro isolamento".
Di primaria importanza - è stato affermato - è difendere la
comunità e le famiglie, individuando i soggetti potenzialmente
positivi, ma anche le comunità residenziali sanitarie (ospedali,
medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici
di continuità assistenziale, specializzandi e farmacisti,
operatori delle strutture sanitarie e sociosanitarie), sociali
(categorie di lavoratori dei servizi essenziali e di quelli che
sono sottoposti ad elevato rischio di contagio o di diffusione
della malattia) e religiose, le case di riposo per difendere le
persone anziane, indentificando ed isolando gli individui
positivi fin dal loro ingresso. "Questa strategia - ha
sottolineato Coletto - a tutela del personale sanitario e di
tutto quello in prima linea, nonché dell' intera salute
pubblica, è possibile anche grazie all'impegno economico della
Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che ha investito per
questo scopo 750 mila euro".
In parallelo, come indicato dal piano regionale, è previsto
il potenziamento della sorveglianza sanitaria e delle inchieste
epidemiologiche per intervenire con le disposizioni di
isolamento domiciliare fiduciario e quarantena partendo
dall'individuazione del maggior numero di soggetti positivi
attraverso test diagnostici.
La strategia adottata è per "cerchi concentrici": l'indagine
parte dal nucleo centrale (quello con più alta concentrazione di
positivi) e si allarga verso quei gruppi di cittadini e
professionisti che possono rappresentare un pericolo per la
collettività (sintomatici portatori del virus).
Al variare dello scenario epidemiologico la strategia
regionale potrà contemplare un ampliamento del campo di indagine
sottoponendo al test a tutti i pazienti sintomatici ricoverati,
che non sono ancora stati testati, e poi ai soggetti sintomatici
collegati a contatti stretti avuti con un caso confermato o
probabile di Covid-19. E comunque - è stato detto - sarà
possibile avere subito una risposta per un centinaio di persone
che sono in una "situazione grigia" e in attesa di valutazione.
Per il paziente effettivamente positivo si avvierà poi un
percorso più consono: se è sintomatico quello Covid se
asintomatico sarà isolato per poi decidere.
Se un soggetto è comunque negativo verrà poi approfondita la
sua situazione, come ha spiegato Antonella Mencacci, direttrice
del laboratorio di Microbiologia dell'ospedale di Perugia. "In
base a uno studio fatto - ha aggiunto - abbiamo scelto di
implementare le due tipologie di test rapidi, in maniera
complementare al metodo utilizzato oggi, e quindi sempre sotto
l'egida di quello di riferimento. Abbiamo infatti notato che in
un paziente che ha sintomi da molti giorni il virus può
trasferirsi dalla alte vie respiratorie al polmone, con il
tampone nasofaringeo che può risultate dunque negativo. La
ricerca della presenza dell'anticorpo attraverso il test rapido
ci può indirizzare ed aiutarci quindi velocemente sul da farsi".
(ANSA).