AOSTA - La richiesta di costruzione di una casa ‘ipogeo’, ovvero realizzata sotto terra, aveva reso evidente la questione: il quadro normativo e gli strumenti urbanistici vigenti non sempre consentono agli enti locali valdostani di dare una risposta ai cittadini. E così, anche da un dubbio nato negli uffici del Comune di Quart nel maggio scorso, si è sviluppato, nel corso dei mesi, un ragionamento che ha coinvolto gli amministratori del Celva, il Consorzio degli enti locali della Valle d'Aosta, assieme ai professionisti che operano nel campo della pianificazione territoriale e della progettazione. Il confronto ha avuto come primo esito l’organizzazione della giornata di riflessione ‘La casa in Valle d’Aosta, entre histoire et innovation’.
L’evoluzione delle forme, dei materiali e delle tecnologie per la costruzione della casa di montagna sono state così al centro di un evento che si è svolto il primo dicembre al Théâtre de la Ville di Aosta, alla presenza di oltre 200 persone, amministratori, professionisti e studenti delle scuole superiori.
“I nostri uffici tecnici comunali ricevono un numero sempre crescente di richieste di chiarimento in merito alle nuove tecnologie edilizie e urbanistiche”, ha spiegato Franco Manes, presidente del Celva. “La Valle d’Aosta ha potestà primaria in materia di urbanistica e, negli ultimi anni, la normativa edilizia ha subito profonde modifiche, proprio per cercare soluzioni alle evoluzioni tecnologiche. Tuttavia – ha sottolineato Manes – il quadro normativo e gli strumenti urbanistici vigenti, regionali e comunali, non permettono sempre ai Comuni di dare delle risposte certe, né in senso positivo, né in negativo. Abbiamo voluto quindi affrontare questo tema nel suo insieme, e non per casi singoli, coinvolgendo decisori pubblici e professionisti. Questa giornata di riflessione è quindi la tappa conclusiva di un percorso comune, avviato all’inizio del 2017, ma che vorremmo rilanciare nel futuro con altri incontri analoghi, organizzati su base annuale”.
Il dibattito ha avuto l’obiettivo di stimolare la riflessione sull’architettura locale, valutando i vincoli paesaggistici e culturali, nonché il quadro della normativa regionale e dei Piani regolatori generali comunali. Un momento d’incontro tra amministratori, ordini e collegi professionali (ingegneri, architetti, geometri, agronomi e periti industriali) in cui si è sviluppato un importante dialogo sulle sfide che il mercato propone. Ma anche sugli attuali vincoli, normativi e regolamentari, relativi all’introduzione delle nuove tecnologie in Valle d’Aosta. E’ stata quindi l’occasione per rafforzare il ruolo degli enti locali quali interlocutori privilegiati dei professionisti nell’ambito dell’urbanistica e dell’edilizia del territorio, uniti da un’efficace collaborazione e capaci di mettere in rete buone pratiche e obiettivi comuni.
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