Ha accolto sei profughi a casa
sua, sei ragazzi africani che ora parlano un buon italiano, che
hanno un lavoro a tempo indeterminato e una casa tutta loro. La
sua esperienza di accoglienza diffusa gli ha valso il premio di
"Cittadino europeo 2018" da parte dell'Europarlamento. Ora
Antonio Silvio Calò, professore di liceo di Treviso la racconta
in un libro, "Si può fare. L'accoglienza diffusa in Europa",
scritto a quattro mani con la giornalista Silke Wallenburg (142
pagine 15 euro).
"Io, mia moglie e i nostri quattro figli siamo gente comune.
Se l'abbiamo fatto noi, può ben farlo lo Stato, i comuni".
Partendo dalla sua esperienza, Calò ha sviluppato un modello di
accoglienza diffusa che alcune amministrazioni di sei Paesi
europei stanno realizzando con i fondi della Commissione Ue.
A Silke Wallenburg, con cui ha condiviso la sua storia e le
sue idee innovative ha detto: "Lascia che gli altri mi
giudichino". E così tante persone entrano in un dialogo
costruttivo con lui in questo libro, dal profugo al politico
europeo, dall'imprenditore al caporedattore, di destra e di
sinistra. La prefazione è di David Sassoli, presidente del
Parlamento Europeo, la postfazione è di Romano Prodi.
Calò, professore di storia e filosofia al liceo classico
"Canova" di Treviso, nato a Barletta, vive ora in una canonica
del capoluogo della Marca. Da più di 15 anni è orientatore
universitario. Il Presidente della Repubblica lo ha premiato
come Ufficiale al merito. Silke Wallenburg, politologa e
giornalista olandese, vive vicino a Firenze. Ha in precedenza
lavorato in Olanda come funzionario presso il Ministero
dell'Interno, con responsabilità sui temi di politica della
sicurezza.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA