Sulle previsioni economiche per
l'anno in corso "pesano le incertezze legate all'evoluzione
delle tensioni sui mercati delle materie prime e dei beni
energetici, che hanno già determinato nel 2021 una rilevante
crescita dei costi di produzione delle imprese e rallentamenti
de attività produttiva". Lo si legge nel rapporto "L'economia
dell'Abruzzo" presentato da Banca d'Italia all'Aquila dal
direttore di filiale, Giovanni Giuseppe Ortolani.
"Il quadro del 2021 è stato complessivamente positivo - ha
detto quest'ultimo nel presentare il documento di analisi - Per
il 2022 si fa i conti aumento dell'inflazione, crisi energetica
e conflitto ucraino". Ortolani ha valutato che "l'esposizione
della regione Abruzzo verso la Russia e l'Ucraina non è
particolarmente elevata - ha detto - ed è in linea con la media
nazionale. Chiaramente ci sono tensioni a livello globale,
problemi di approvvigionamento delle materie prime, rincari
energetici e rischi di inflazione sullo sfondo che stanno
incidendo sul clima di fiducia. C'è molta incertezza - ha
concluso - speriamo che gli eventi volgano in senso favorevole".
Sempre secondo il rapporto, nel 2021 la crescita dei prestiti
bancari all'economia abruzzese si è attenuata (all'1,1% a
dicembre rispetto al 2,6% di fine 2020), risentendo dei marcato
rallentamento dei finanziamenti alle imprese (allo 0,2% dal
4,8%). II miglioramento del quadro congiunturale e le misure
pubbliche di sostegno hanno comunque inciso positivamente sulla
qualità del credito. La liquidità detenuta sui depositi bancari
permane su livelli elevati, sebbene la sua crescita si sia
attenuata. Prosegue, infine, nella regione il ridimensionamento
della rete distributiva tradizionale delle banche, a fronte di
un rafforzamento dell'offerta online di servizi finanziari.
Infine, il rapporto attesta un aumento della spesa in conto
capitale delle amministrazioni locali, anche per effetto delle
risorse aggiuntive messe a disposizione del Pnrr.
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