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Responsabilità editoriale di ASviS
Responsabilità editoriale di ASviS
Nel quadro delle iniziative avviate con il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo presentato dalla Commissione un anno fa, il 29 settembre la Commissione europea ha adottato un rapporto sulla migrazione e l’asilo, un nuovo piano per il contrasto al traffico dei migranti e una comunicazione sull’applicazione della direttiva sulle sanzioni ai datori di lavoro per lo sfruttamento illegale della manodopera degli immigrati.
Piano d’azione dell’Ue contro il traffico dei migranti 2021-2025
Il Piano d’azione per il contrasto al traffico dei migranti, adottato con la Com(2021) 591 final, definisce un programma d’iniziative per il periodo 2021-2025.
Sulla base dei dati di Europol, la Commissione riporta che oltre il 90% dei migranti irregolari che raggiungono l'Ue si avvale di trafficanti, durante parte o tutto il loro viaggio, ed evidenzia come considerazione introduttiva che il traffico di migranti è un'attività criminale transfrontaliera che mette a rischio la vita dei migranti, mostrando mancanza di rispetto per la vita e la dignità umana nel perseguimento del profitto e mina gli obiettivi di gestione della migrazione dell'Ue e i diritti fondamentali delle persone interessate.
La Commissione analizza il fenomeno descrivendo le modalità operative delle reti del traffico. I dati globali indicano che le organizzazioni criminali hanno profitti tra i 4,7-6 miliardi di euro ogni anno dallo sfruttamento del traffico illegale dei migranti. Il costo sostenuto per ogni individuo vittima di traffico generalmente può raggiungere i 20mila euro.
É valutato che le reti criminali del traffico dei migranti al 50% svolgono anche altre attività illecite, quali traffico di droga, armi, riciclaggio del denaro. In alcuni casi queste reti hanno collegamenti con gruppi armati. Viene citato quale esempio la situazione in Libia, dove la milizia locale risulta essere sempre più coinvolta nelle attività di traffico.
Vengono descritte le principali rotte dell’immigrazione, ed espressa preoccupazione per la strumentalizzazione dell’immigrazione irregolare da alcuni Stati, richiamando specificamente l’attività illecita di promozione dell’immigrazione nell’Ue svolta dalla Bielorussia. Come misura sanzionatoria, la Commissione nello stesso giorno ha adottato una proposta per la sospensione parziale della facilitazione dei visti per l’Ue dalla Bielorussia.
Le misure che individua il nuovo Piano sono sintetizzabili nei seguenti punti:
Contrastare lo sfruttamento del lavoro dei migranti irregolari
Nella COM(2021) 591 final sull’applicazione della direttiva 2005/52/Ec del 18 giugno 2009 sugli standard minimi di sanzioni e misure nei confronti dei datori di lavoro di immigrati irregolari, la Commissione parte dalla considerazione di principio che la possibilità di trovare un lavoro nell’economia informale dell’Ue sia una delle principali spinte all’immigrazione irregolare, e come tale va contrastata anche per prevenire l’immigrazione incontrollata.
La Commissione propone misure per rafforzare l’applicazione della direttiva del 2009 in tre aree d’azione: a) sanzioni ai datori di lavoro, b) misure per proteggere i diritti dei lavoratori, c) ispezioni.
La Commissione intende promuovere il dialogo tra Stati membri e offrire supporto per definire l’adeguatezza delle misure, per le diverse aree individuate.
Nel contempo gli Stati membri sono invitati a valutare se il proprio sistema sanzionatorio sia proporzionato e dissuasivo. Per la difesa dei diritti dei lavoratori, devono essere migliorati i meccanismi che favoriscono la denuncia d’impiego irregolare e sfruttamento.
Quale strumento viene indicato anche il supporto alle organizzazioni sindacali e alle organizzazioni della società civile che possono offrire informazioni, assistenza legale e altri servizi ai migranti irregolari.
Sul fronte ispezioni, gli Stati membri sono invitati a concentrare i propri sforzi nei settori economici a maggior rischio, coprendo un numero significativo di aziende del settore, e ripetere le ispezioni a intervalli regolari, prevedendo una formazione adeguata per gli ispettori. Gli Stati membri dovranno effettuare valutazioni dei rischi sullo sfruttamento, includendo anche nuovi ambiti economici quale il lavoro delle piattaforme e comunicarle periodicamente alla Commissione.
Altre notizie della settimana
Il 28.9 è stato presentato il rapporto della task-force per il rafforzamento del mercato unico, che opera per la rimozione delle barriere ingiustificate al libero scambio tra gli Stati membri, sulla base degli indirizzi del Consiglio e del Parlamento europeo, nel quadro anche delle misure indicate dalla strategia industriale europea adotta a marzo 2020.
Il 29.9 è stato pubblicato il rapporto sull’applicazione della direttiva 2012/18/Ue (Seveso III) sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. Il rapporto mostra che dal 2015 al 2018 il numero d’incidenti industriali maggiori si è stabilizzato su 25 rispetto a circa 12mila stabilimenti oggetto della direttiva, registrando comunque un miglioramento rispetto agli anni precedenti.
Il 27.9 è stata avviata una consultazione sulle industrie ad alta intensità di consumo energetico (quali acciaierie e cementifici) aperta a tutti i portatori d’interesse industriali e sociali, autorità pubbliche, centri di ricerca. La Commissione ha definito quale base della consultazione ipotesi di scenario che integrano anche aspetti relativi alla digitalizzazione dei processi con riferimento anche all’aggiornamento della strategia industriale del maggio 2021.
Il Consiglio dell’Ue ha adottato il 28.9 conclusioni per un approccio globale alla ricerca e all'innovazione - La strategia dell'Europa per la cooperazione internazionale in un mondo che cambia. Tra gli atti richiamati dal Consiglio in premessa alle sue conclusioni troviamo l’Agenda 2030 con richiamo al forte legame tra la stessa e il programma politico europeo, nonché l’Accordo di Parigi per il clima.
di Luigi Di Marco
Responsabilità editoriale di ASviS
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