La crisi Covid pesa in maniera
differente sulle famiglie italiane aumentando "le
disuguaglianza" dei redditi a seconda dell'effetto della
pandemia sull'attività lavorativa di ciascuno ma anche dopo la
scadenza delle misure di sostegno e delle moratorie, l'impatto
sulle famiglie più vulnerabili, che hanno debiti, non dovrebbe
determinare forti rischi. E' quanto afferma Banca d'Italia nel
rapporto sulla stabilità finanziaria secondo cui anche nel caso
la ripresa non dovesse materializzarsi come sperato il debito a
rischio resterebbe "su valori contenuti rispetto all'ultima
crisi".
Secondo il rapporto la crisi "ha colpito soprattutto gli
individui con lavori più instabili e quelli occupati nei settori
maggiormente esposti, determinando un significativo aumento
della disuguaglianza dei redditi. Nonostante ciò, nel complesso
la capacità di rimborso dei debiti è rimasta buona, favorita dai
bassi tassi di interesse e dalle moratorie".
Per gli esperti dell'istituto centrale "nel 2020 la flessione
del reddito disponibile è stata meno pronunciata di quella del
prodotto, grazie agli strumenti di integrazione salariale e alle
altre misure di sostegno. Il forte incremento del risparmio che
ne è derivato ha alimentato investimenti negli strumenti più
liquidi. In prospettiva alcuni nuclei più indebitati potrebbero
risentire della fase congiunturale; la quota di debito a rischio
di insolvenza resta comunque bassa. In definitiva "i rischi per
le banche derivanti dal settore delle famiglie si mantengono
circoscritti".
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