"Circa il 40% di chi investe in
Prysmian è rappresentato da investitori Esg", i quali, investono
nel gruppo "perché ritengono che abbiamo un business model e una
governance sostenibili". Lo spiega all'ANSA la Chief
Sustainability Officer di Prysmian Group, Maria Cristina
Bifulco, sottolineando: "le tematiche ambientali, sociali e di
governance sono prioritarie per noi".
"Investiremo fino a 100 milioni di euro nei prossimi 10 anni,
quindi circa 10 milioni all'anno, per ridurre strutturalmente le
emissioni - aggiunge -. Questo vuol dire intervenire impianto
per impianto con iniziative che ci permettano di diventare più
efficienti. Ad esempio, stiamo cercando di rimuovere i gas
nocivi, con un approccio molto rigoroso e scientifico".
Prysmian, società che opera nel settore dei cavi e sistemi per
energia e telecomunicazioni, ha 104 impianti produttivi nel
mondo e 25 centri di ricerca e sviluppo. L'obiettivo è di
azzerare, tra il 2035 e il 2040, le emissioni nette, generate
dalle attività del Gruppo (Scope 1 e 2), ed entro il 2050 le
emissioni generate dalla catena di valore (Scope 3). "Abbiamo il
privilegio di operare in un settore che favorisce la transizione
verso un'economia decarbonizzata, perché la parte preponderante
del nostro business riguarda la produzione di cavi elettrici
legati allo sviluppo delle rinnovabili e siamo leader di
mercato", spiega Bifulco, evidenziando che "la sostenibilità è
totalmente integrata nel modello di business" di Prysmian.
Secondo il Bilancio di Sostenibilità 2020, presentato
recentemente dalla società, "quasi il 50% dei nostri ricavi sono
'low carbon'". Inoltre, "abbiamo migliorato molto la performance
degli indici di sostenibilità: nel Dow Jones Sustainability
World l'anno scorso ci siamo classificati secondi, in un settore
in cui ci sono grandi nomi come Schneider Electric". La manager
ritiene che "la sostenibilità non debba essere vista in
contrapposizione rispetto all'attività corrente dell'azienda e
ai risultati finanziari, nel senso che il purpose non va contro
il profitto". L'idea è quindi quella di "un business model
sostenibile che deve integrare una componente di impatto
ambientale, sociale e di governance".
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