Imporre alle aziende che producono un
bene di occuparsi anche del suo smaltimento e riciclo quando
diventa rifiuto, promuovere la condivisione dei prodotti invece
che il loro acquisto e la riparazione invece della sostituzione.
Sono alcuni degli strumenti della Strategia nazionale per
l'economia circolare, approvata il 24 giugno scorso con un
Decreto del ministro della Transizione ecologica, Roberto
Cingolani, insieme al Programma nazionale per la gestione dei
rifiuti. Strategia e Programma sono stati illustrati con una
conferenza stampa al Ministero dalla sottosegretaria Vannia Gava
(Lega), che ha la delega per l'economia circolare.
Gli strumenti della Strategia per l'economia circolare sono
la fissazione di criteri ambientali minimi per gli acquisti
della Pubblica amministrazione; decreti "end of waste" per
definire quando un rifiuto riciclato diventa nuova materia
prima; responsabilità estesa del produttore per lo smaltimento
del suo prodotto quando diventa rifiuto; condivisione dei beni;
riparazione invece che sostituzione; simbiosi fra le industrie
per l'utilizzo degli scarti in altri processi produttivi;
recupero dei prodotti resi perché difettosi; deposito cauzionale
per i contenitori, da rimborsare quando vengono restituiti.
Il Programma nazionale di gestione dei rifiuti (adottato
anch'esso con decreto del Mite il 24 giugno scorso) è lo
strumento strategico di indirizzo per le Regioni e le Province
autonome nella gestione dei rifiuti. Ha un orizzonte temporale
di 6 anni (2022-2028): fissa macro-obiettivi, definisce i
criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province
autonome devono attenersi nell'elaborazione dei Piani di
gestione dei rifiuti e offre una ricognizione nazionale
dell'impiantistica, per superare i divari negli impianti fra il
Nord e il Centrosud.
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