"Fin da quando abbiamo messo piede
in Consiglio regionale, pur potendo assumere in base a criteri
fiduciari, abbiamo scelto di arruolare i collaboratori
attraverso bandi pubblici, una selezione trasparente, la
valutazione dei curricula e colloqui individuali. E non c'è mai
stato nessuno, nei nostri staff, che fosse legato a noi da
vincoli di parentela. Nel 2015 ci opponemmo all'abrogazione
della delibera 279 del 2013 che vietava di assumere nei Gruppi
consiliari parenti entro il terzo grado, proprio perché il
fenomeno della "parentopoli" lo abbiamo sempre contrastato e
continueremo a farlo. E se abbiamo rivisto questa valutazione è
stato esclusivamente alla luce di una delibera Anac del 2016,
che stabilisce che non è consentito al legislatore regionale di
disciplinare la materia dell'anticorruzione "neppure con
disposizioni più restrittive". E' quanto afferma la
vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e
capogruppo regionale M5S, Valeria Ciarambino, a margine della
riunione dell'Ufficio di Presidenza, come fa sapere una nota.
"L'Autorità Nazionale Anticorruzione rappresenta per noi da
sempre un riferimento fondamentale per tutte le nostre attività
- ha aggiunto Ciarambino - ne è la riprova il lungo carteggio
di esposti e richieste di pareri che puntualmente abbiamo
inviato a quegli uffici. Nello specifico, il parere dell'Anac
non rappresenta affatto "una foglia di fico", come ha scritto
qualcuno, utilizzata per assumere parenti di consiglieri. Anzi,
da successivi approfondimenti, abbiamo scoperto che la vera
foglia di fico era proprio la delibera 279 che avevamo revocato
e che poneva paletti per arruolare parenti e affini
esclusivamente nei gruppi politici, ma non negli uffici di
diretta collaborazione dei presidenti di commissione, dei membri
dell'Ufficio di Presidenza e del capo dell'opposizione. Parliamo
di ben 21 staff per un totale di 150 possibili parenti da
assumere. In pratica si era lasciato aperto un portone,
attraverso cui potenzialmente far entrare addirittura mogli,
mariti, figli dei consiglieri regionali. Ed è un paradosso mai
evidenziato da nessuno, e a cui, grazie a noi, oggi abbiamo
messo fine".
"Nella riunione di oggi - rivela Ciarambino - abbiamo chiesto
e ottenuto di sostituire la delibera 279 con una nuova delibera
che, oltre a ripristinare il divieto di arruolare parenti di
qualunque consigliere entro il terzo grado, lo estende anche a
tutti gli uffici di diretta collaborazione. Inoltre, d'intesa
coi membri dell'ufficio di Presidenza e i capigruppo, avvieremo
l'iter perché si approvi una legge sulla materia, aprendo
contestualmente un confronto con l'Anac, di cui non smetteremo
mai di riconoscere l'autorevolezza. Con il nostro intervento
oggi abbiamo messo definitivamente la parola fine a ogni
tentativo di parentopoli all'interno del Consiglio regionale
della Campania" ha concluso Ciarambino.
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