"In Italia, invece di guardare al futuro e accelerare sulle rinnovabili, c'è ancora chi vuol calpestare i referendum e riproporre un ritorno, improbabile e poco credibile, a costruire centrali nucleari". Lo dichiara Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
"Per valutare sicurezza, rischi, impatti e costi reali delle centrali di 4/a generazione - prosegue Ronchi -, si dovrebbe disporre delle analisi di almeno una centrale in condizioni di reale funzionamento, tenendo conto che le centrali di 4/a generazione continuerebbero ad usare la fissione dell' uranio, che genera radioattività e rifiuti radioattivi ad alta attività, che l'Italia non è in grado di stoccare, visto che ancora oggi non è stato localizzato neppure un sito".
"Per avere solo un terzo della potenza nucleare installata in Francia - dice Ronchi - servirebbero in Italia 100 reattori di 4° generazione da 200 megawatt: un reattore nucleare in ogni provincia italiana!". Ronchi ricorda i costi: "L'energia prodotta dall' atomo costa 150 dollari per MWh contro 50 dollari dell'eolico e 55 del fotovoltaico".
L'ex ministro sostiene che il ritorno al nucleare non servirebbe alla decarbonizzazione. "Fino al 2030 ed oltre non vi sarà alcuna centrale nucleare di 4/a generazione funzionante.
Nel prossimo decennio, decisivo per ridurre le emissioni di gas serra, non potranno dare alcun contributo. E anche nel decennio successivo, viste le difficoltà per localizzare, realizzare e finanziare questi impianti, il loro contributo alla decarbonizzazione sarà modesto, per non dire ininfluente".