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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Red II, il 13 nuova seduta in Unificata. Le richieste delle Regioni su aree idonee e agrivoltaico

All’odg della Conferenza lo schema di D.Lgs, ma anche il Piano per la transizione e un’informativa di Cingolani. Piattaforma del Gse, Sportello Unico e una forte spinta sulle Comunità energetiche: ecco le proposte di modifica (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Governo, Regioni, Province e Comuni torneranno ad aggiornarsi nella Conferenza Unificata di mercoledì 13 ottobre per discutere dello schema di decreto legislativo sulla Red II e della proposta di Piano per la transizione ecologica. Questi due punti erano stati oggetto di rinvio nella seduta del 7 ottobre, determinando un contestuale slittamento dei tempi per le commissioni parlamentari che lavorano sull’atto del Governo e che dovrebbero rendere il loro parere a breve. Per farlo attendono però che si giunga a un’intesa in Unificata. In Stato-Regioni è stato invece rilasciato la scorsa settimana il parere sullo schema di D.Lgs per il mercato elettrico.


Tornando all'Unificata, all’ordine del giorno della prossima seduta, che si terrà alle 17:30, compare inoltre un’informativa del ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, “sulle azioni in corso e in preparazione in materia di transizione ecologica”.  

I motivi del rinvio del 7 ottobre non sono noti, ma è presumibile che le parti non fossero arrivate a un pieno consenso sui rilievi allo schema di D.Lgs. In tal senso, è utile analizzare il documento depositato dalla Conferenza delle Regioni e delle province autonome il 7 ottobre in cui si “esprime l’intesa condizionata all’accoglimento delle proposte emendative approvate”. Inoltre, ed è significativo che vi sia un richiamo già nelle premesse, gli enti territoriali propongono l’inserimento di un emendamento sull’agrivoltaico. All’articolo 20 si chiede infatti di aggiungere la seguente specifica: “gli impianti agrovoltaici e gli impianti solari fotovoltaici possono essere collocati a terra su aree con destinazione agricola da parte dello stesso imprenditore agricolo che abbia la disponibilità del suolo e la titolarità dell’impianto in una percentuale non superiore al 5% della superficie agricola utilizzata”.

Nel documento delle Regioni di oltre 120 pagine, la maggior parte delle osservazioni si concentrano sull’articolo per le aree idonee. In merito ai criteri per l’individuazione delle aree, le Regioni ritengono opportuno che siano indicate le modalità per minimizzare l’impatto ambientale e che sia definita “la massima porzione di suolo occupabile”. Le Regioni sostengono inoltre che i criteri non debbano essere individuati anche dalle Province autonome, ma che queste “provvedono al processo programmatico di individuazione delle aree”. Le Regioni chiedono di considerare idonee anche le aree estrattive (cave e miniere) cessate, non recuperate o abbandonate o in condizioni di degrado. Non vi sono invece interventi diretti sul divieto di disporre moratorie.

Dal punto di vista del metodo, i territori suggeriscono che anche la piattaforma digitale per le aree idonee, da realizzarsi presso il Gse, sia autorizzata solo dopo l’intesa in Conferenza Unificata. Numerose modifiche riguardano l’articolo 19, che prevede gli “Sportelli unici per le energie rinnovabili e modelli unici”. Le Regioni “bocciano” quasi integralmente la proposta iniziale di poter presentare le istanze presso gli sportelli unici per l’edilizia e le attività produttive. La contro-proposta è che ci sia “una piattaforma unica digitale” predisposta dal Gse.

Gli altri emendamenti sono di carattere più puntuale, come l’inserimento dei “sottoprodotti” fra le biomasse, gli incentivi sul biometano oppure l’anticipo al 31 dicembre 2022 (anziché 2023) della scadenza per il decreto Mite sull’obbligo di incremento dell’energia rinnovabile termica nelle forniture. Per la transizione dai vecchi ai nuovi meccanismi di incentivo si propone che ciò avvenga “a decorrere dal 31 dicembre 2024” e non “entro” tale data.

Vi sono poi alcune proposte interessanti per le Comunità energetiche: ad esempio che una comunità possa far capo a una Pmi e che la configurazione di rete non sia necessariamente limitata alla connessione ad una medesima cabina primaria da parte dei clienti finali. Inoltre, si consiglia che ai meccanismi di asta al ribasso “possono accedere anche gli impianti facenti parte di configurazione di autoconsumo collettivo o comunità energetiche rinnovabili”.

Quanto alla mobilità elettrica si sollecita di tenere in conto anche “le aggregazioni di Comuni” per la programmazione delle infrastrutture di ricarica.