L'emergenza Covid "ci ha catapultati
in una nuova dimensione del diritto" e il processo
amministrativo "non è rimasto estraneo a questa contingenza,
mostrandosi, nella sua valutazione finale, idoneo ad adattarvisi
e questo grazie al supporto della telematica". Ma "la fine
dell'emergenza deve riportarci tutti al processo in presenza,
magari un processo più ordinato, un processo che consenta ad
avvocati e giudici di organizzare meglio il loro lavoro".Lo ha
affermato il presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni
Griffi, in occasione del convegno-assemblea pubblica dell'Unione
nazionale avvocati amministrativisti e del congresso degli
amministrativisti veneti in corso a Cortina.
La prova imposta dall'emergenza Covid è stata affrontata "in
maniera tutto sommato positiva" grazie "essenzialmente a tre
fattori: la flessibilità delle nostre regole processuali che per
fortuna è rimasta tale anche dopo l'emanazione del codice del
processo; la telematica e il fattore umano, intendendo per
questo la capacità e la forza di volontà di voler andare avanti
anche sacrificando qualcosa in cui credevamo purché questo
sacrificio non fosse troppo".
Altra cosa è però l'udienza in presenza che , ha detto
Patroni Griffi,"consente di rendere vivi il processo e le aule
di giustizia che restano e debbono restare luoghi di
aggregazione in cui c'è condivisione e in cui veramente il
processo diventa comune in senso fisico a giudici e avvocati".
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