Il Senato accademico dell'Ateneo La
Sapienza ha istituito il Polo Universitario Penitenziario
Sapienza in attuazione del Protocollo d'intesa sottoscritto
dalla Conferenza Nazionale dei Poli Universitari Penitenziari
(Cnupp), con il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria
(Dap) del Ministero della Giustizia e delle linee guida adottate
dalle due Istituzioni sulle modalità di collaborazione tra le
Università aderenti e le istituzioni penitenziarie.
Si tratta di un'infrastruttura di servizi dedicati alle attività
funzionali a garantire il diritto allo studio e il conseguimento
dei titoli universitari ai detenuti e a coloro che sono soggetti
a limitazione della libertà personale per provvedimento
dell'Autorità giudiziaria In particolare sono stati fissati
alcuni punti-chiave: la platea dei destinatari, il supporto per
la gestione delle pratiche amministrative, ma anche
l'orientamento allo studio, la didattica dedicata, l'utilizzo di
materiale delle biblioteche e le attività di placement e di
collegamento con il mondo del lavoro.
"Il Polo Universitario Penitenziario rappresenta uno
strumento efficace e diretto per attivare procedure che aprano
le porte del sapere e dell'università, in un'ottica inclusiva e
di Terza Missione, stimolando concreti percorsi di
riabilitazione e di reinserimento sociale" sottolinea la
rettrice della Sapienza Antonella Polimeni. "Quella di oggi -
aggiunge la Rettrice - è una novità che si inserisce nel solco
di un impegno che Sapienza ha già assunto con diverse attività,
come per esempio le ricerche sull'architettura carceraria e le
attività di collaborazione legate al Modulo per l'Affettività e
la Maternità completato da poco presso la Casa Circondariale
femminile di Rebibbia a Roma".
"La scommessa è fare in modo che la detenzione non sia un
tempo sospeso ma un periodo di autentica preparazione al rientro
in società durante il quale possano intraprendere percorsi
formativi anche di alto livello per acquisire o integrare il
proprio capitale culturale - spiega Pasquale Bronzo delegato
della Rettrice per il Polo universitario penitenziario
dell'Ateneo La presenza delle Università nei luoghi di
detenzione ha, in questo senso, una profonda valenza culturale
per il Paese e favorisce più ampia discussione sul significato
che possono avere la pena e l'esecuzione penale".
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