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Moda

Una donna su 2 non si piace, come puntare alla body positivity anche nella moda

Accettarsi e valorizzare la versione migliore è primo passo

foto Lookiero © Ansa
  • di A.M.
  • 17 giugno 2021
  • 16:56

C'è un termine oggi molto usato - body positivity. Cosa significa? Innanzitutto stare bene con se stessi, con il proprio corpo. Se ne parla in contrasto con il body shaming, la vergogna del proprio corpo indotta da commenti, giudizi di altri, vere e proprie discriminazioni che sono ad esempio sui social o in strada. Il diffondersi in tutto il mondo di un movimento body positive è nei fatti una piccola rivoluzione sociale che in qualche anno ha portato in passerella per la moda modelli e modelle da canoni estetici non omologati alla taglia 38 ad esempio, a testimonial 'comuni' in tanti settori come ad esempio il beauty, una piccola rivoluzione nel segno della non omologazione, non perfezione ma piuttosto di bellezza nella diversità di ciascuno, belli e differenti tutti. Questo è il movimento  che punta all'accettazione sociale di tutti i corpi, anche quelli non convenzionali, solitamente mal rappresentati dai media, come quelli di persone sovrappeso o disabili. Un cambiamento di prospettiva nell'accettazione sociale, non veloce, non facile. Molto spesso sono le persone stesse a non amare/accettare il proprio corpo, le donne per prime. Motivi di insicurezza, di confronti imparabili con modelli estetici incredibili e dunque eccezionali.
Una recente ricerca di Lookiero presenta dei dati che evidenziano un problema: Una donna su due afferma di non amare il proprio corpo. Realizzato nei paesi europei dove opera (Francia, Regno Unito, Lussemburgo, Portogallo e Belgio e in Italia da circa un anno e mezzo, oltre la Spagna in cui è nato nel 2016), ha infatti riportato dati non trascurabili in fatto di percezione del sé davanti allo specchio e su come questi sentimenti influenzino azioni ed emozioni.
· L’88% delle donne cambierebbe qualcosa del proprio corpo.
· Il 61% delle donne hanno rinunciato a intraprendere un’attività perché non si sentivano a loro agio con il proprio corpo.
· Il 63% delle donne riconosce di essere troppo autocritica con sé stessa.
· Un buon 60% delle intervistate fa abitualmente shopping online, e molte hanno dichiarato che la scelta è dettata dal sentirsi a disagio nel provare i vestiti in store e vedersi nello specchio del camerino. Sono dati su cui riflettere rispetto a quanta strada in termini di accettazione di sè c'è da fare, facendoci stare meglio con noi stessi e valorizzando la migliore versione di noi stessi, al di là di mode e di claim che pure sono sorti come comunicazione rispetto a questo argomento: al di là degli slogan le aziende dovrebbero cominciare a proporre un’immagine naturale  e più vera delle persone, avendo per testimonial persone molto diverse tra loro per attitudine, fisico ed età. Testimonial 'ispirazionali' per migliorare autostima, benessere personale e dunque favorire l’empowerment.
Tra le quattro donne recentemente scelte dal brand di personal shopper on line, un servizio che aiuta a valorizzarsi con look non solo di moda, ci sono Sonia Peronaci, imprenditrice digitale e food influencer di successo, Licia Fertz, 89 anni di brio e autoironia, guru di stile e intraprendenza, Nicole Soria, protagonista di polemiche e body shaming durante la sua partecipazione a Matrimonio a prima vista Italia, Marina di Guardo, scrittrice di romanzi thriller, influencer e mamma orgogliosa delle Ferragni. Womankind, ovvero essere gentile con sé stesse e con le altre donne, supportarsi e amplificare in più possibile questo messaggio è il tema della campagna Lookiero in cui  invita le donne ad accettarsi in ogni versione di sé, riconoscere e amare le proprie qualità e sorvolare sulle piccole cose di noi stesse che apparentemente non ci piacciono. Cominciando a cambiare la percezione negativa di se stessi, trattarsi meglio e con più gentilezza, alimentando un circolo virtuoso e non vizioso: un primo passo verso la body positivity.

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