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Federico: ''Sono violento, mi voglio autodenunciare''

Federico: ''Sono violento, mi voglio autodenunciare''

La storia di un giovane che ha cercato aiuto per spezzare la catena e cominciare un percorso

05 marzo 2015, 13:01

Redazione ANSA

ANSACheck

Mark Bowden iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mark Bowden iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mark Bowden iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSA) -  "Mi voglio autodenunciare. Perché ho fatto male a una ragazza, la mia ragazza. Le sto rendendo la vita impossibile. E sto malissimo anch'io. Ma non so come uscirne, tutte le volte ricominciamo. Ricomincio. Mi dovete impedire di vederla ancora. Io da solo non ce la faccio": con queste parole si presenta ai carabinieri un giovane di 26 anni. Ottenere per se stessi un'ordinanza interdittiva se non c'è querela di parte, né segnalazioni di terzi è praticamente impossibile. Viene indirizzato ad un centro per uomini maltrattanti e da lì comincia un percorso.

Le parole sono di Federico, 26 anni, italiano, laureato, vive in una grande città del centro-nord. Il sito NoiNo.org, modificando per motivi di privacy, il minimo necessario, ha messo a disposizione il racconto di questa persona, ''come occasione importante di riflessione sui tanti condizionamenti culturali e sociali che influenzano il nostro modo di vivere i rapporti di coppia''.

La gelosia, le prime liti, lo spavento anche di lui - ''l'ho tirata forte, lei è caduta, si è spaventata e si è messa a piangere. Lì sono crollato io, letteralmente'' - poi lei, Elena, che non si fida più e più si rinchiude piuù lui si sente tagliato fuori, ha paura, è geloso, possessivo. Una lite continua, tutto un urlo, gli insulti detti e quelli ricevuti, la rabbia che rimaneva sempre lì. ''Una volta, ho fatto una delle cose più brutte e schifose che si possano fare: le ho sputato addosso''. Poi l'episodio peggiore: un litigio, gli schiaffi, lei che batte la testa contro lo stipite di una porta. ''Io ero nel panico. Ho avuto paura anche di beccarmi una denuncia. Quando mi sono sentito dire da lei che quando ero così le facevo paura, che aveva paura per me, che "ci volevano le autorità", che ero "un mostro disumano", alla fine sono andato dai Carabinieri per un'autodenuncia. Mi sentivo sconfitto. Da solo non ce l'ho fatta, avevo solo peggiorato le cose, ho fatto del male, e tanto, alla persona che sono ancora convinto di amare''.

Federico comincia a frequentare il centro per uomini che agiscono con violenza, negli ultimi mesi passa dagli incontri individuali a quelli di gruppo. La relazione con Elena e le violenze si interrompono. Il percorso personale di questo giovane uomo continua.

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