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Società & Diritti

Pietre d'inciampo, così l'Europa ricorda l'Olocausto. Una straordinaria mappa della memoria

Oltre 50 mila dalla Germania all'Ucraina. A Roma 237 ma chiunque può richiederle per i familiari deportati

pietre d'inciampo nel quartiere Monti a Roma © ANSA
  • Redazione ANSA
  • 20 gennaio 2016
  • 13:01

Sanpietrini come tanti ma ricoperti di ottone lucente, si incontrano quando meno te lo aspetti a Roma e in oltre 600 posti in Germania, Austria, Ungheria, Olanda, Belgio, Repubblica Ceca, Norvegia, Ucraina. Il viandante distratto quasi non ci fa caso ma quel luccichio lucido costringe ad una sosta. Ecco così che si scoprono incisi nome e cognome, età, data di deportazione e quando nota, data di morte. Sono le Stolpersteine, le pietre d'inciampo a futura memoria dei deportati razziali e politici e anno dopo anno sono diventate testimonianza artistica e visiva della tragedia dell'Olocausto. A Roma sono 237, un numero destinato ad aumentare. Le ultime in ordine di tempo sono state installate dall'artista tedesco Gunter Demnig tra Prati, San Giovanni, la zona del ghetto tra Via Gallia, via Po, Via Cava Aurelia, Viale Giulio Cesare e via della Reginella l'11 gennaio 2016 nel mese del Giorno della Memoria (il 27 gennaio)

L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.
I primi Stolpersteine sono stati installati a Colonia nel 1995; da allora questa straordinaria mappa della memoria europea (http://www.stolpersteine.eu/en/home/ è il sito per saperne di più) si è estesa sino a includere  oltre 50.000 pietre. Invitato per la prima volta in Italia nel 2010, Gunter Demnig ha consentito al nostro paese di entrare a far parte di questo grande circuito internazionale della memoria.
Gli Stolpersteine sono finanziati da sottoscrizioni private; il costo di ognuno, compresa l’installazione, è di 120 euro.

A Roma, presso la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia è attivo uno “sportello” (casadellamemoria@bibliotechediroma.it / tel. 06/45460501) curato da Liliana Bilello ed Elisa Guida. A loro possono rivolgersi quanti intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di uno Stolpersteine davanti alla sua abitazione.
Il sito web www.memoriedinciampo.com, curato da Giovanni D’Ambrosio e Paolo La Farina, documenta interamente le precedenti edizioni: la mappa dei luoghi dove sono stati installati i sampietrini, fotografie, film e testimoni.

L’idea di Demnig risale al 1993 quando l’artista è invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All’obiezione di un’anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l’artista decide di dedicare tutto il suo lavoro alla ricerca e alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, militari, rom, omosessuali, testimoni di Geova, disabili. Con un segno concreto e tangibile ma discreto e antimonumentale, a conferma che la memoria deve costituire parte integrante della nostra vita quotidiana.
Sceglie dunque il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto i deportati e vi installa altrettante “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (10x10 cm.). Li distingue solo la superficie superiore, perché di ottone lucente. Il giorno e l’ora della collocazione delle pietre è annunciata agli inquilini da una lettera del Municipio in cui si spiega che il progetto vuole “ricordare abitanti del quartiere uccisi e perseguitati dai fascisti e dai nazisti, deportati, vittime del criminale programma di eutanasia o oggetto di persecuzione perché omosessuali”.

   A Roma Memorie d’inciampo ha il patrocinio del Municipio Roma I Centro, Municipio II, Municipio VII e Municipio XIII, e il sostegno dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania, ed è promosso da: ANED (Associazione Nazionale ex Deportati); ANEI (Associazione Nazionale ex Internati); Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane di Italia; Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), IRSIFAR (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza); Museo Storico della Liberazione; in collaborazione con le Biblioteche di Roma ed è organizzato dall’Associazione Arte in memoria.
Posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha il Patrocinio del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma.
Curato da Adachiara Zevi, il progetto si avvale di un Comitato scientifico composto da Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Elisa Guida, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti; e di un Comitato organizzativo composto da Marina Levi Fiorentino, Bice Migliau, Eugenio Iafrate e Sandra Terracina.

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