(ANSA) - ROMA, 09 NOV - Se i dati Istat continuano a
certificare il declino demografico del Paese, con poco più di
400mila nati nel 2020, in calo del 30% in dieci anni, la colpa
potrebbe essere anche del riscaldamento globale. L'aumento della
temperatura danneggia, infatti, l'apparato riproduttivo
maschile, molto più di quello femminile. Tanto che, in alcune
specie animali, un incremento di un grado delle temperature
esterne può ridurre la fertilità, e gli esperti temono che
questo stia avvenendo anche per l'uomo. A lanciare l'allarme, in
occasione della Cop26 in corso a Glasgow, è la Società Italiana
di Andrologia (Sia).
Il numero medio degli spermatozoi degli uomini oggi è
dimezzato rispetto a quarant'anni fa e un italiano su dieci è
ormai infertile. L'involuzione della fertilità maschile pare
ormai un dato di fatto, ma incolpare solo il fumo, i
contaminanti chimici, o le infezioni sessuali, secondo la Sia, è
riduttivo. A incidere è anche il riscaldamento globale "Gli
studi su farfalle e coleotteri, ad esempio, mostrano che
l'aumento delle temperature sta contribuendo all'estinzione di
alcune specie perché l'apparato riproduttivo maschile è molto
sensibili al caldo - spiega Alessandro Palmieri, presidente Sia
e professore di Urologia Università Federico II di Napoli - In
alcuni casi la produzione di spermatozoi è stata vista calare di
tre quarti e la capacità di fecondazione è crollata. Per di più
gli effetti negativi si tramandano anche sulla prole, che
risulta meno fertile". I sospetti di un effetto decisamente
negativo da parte del cambiamento climatico sulla fertilità sono
ormai quasi una certezza anche per la nostra specie. È infatti
ormai accertato che un'esposizione professionale alle alte
temperature, come quella a cui sono esposti i cuochi o i
saldatori, può compromettere la fertilità. "L'aumento di un
grado della temperatura ambientale accresce di 0,1 C° la
temperatura scrotale che può compromettere la fertilità - spiega
Fabrizio Palumbo, responsabile scientifico SIA - Nell'uomo, per
esempio, stiamo assistendo a una progressiva riduzione del
volume dei testicoli, al punto che i parametri di 'normalità'
sono già stati rivisti al ribasso". (ANSA).