Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Contrarre Covid non ha impatto sulla fertilità della donna

Nelle donne ammalate non riscontrata diminuzione riserva ovarica

Redazione ANSA ROMA

Contrarre il Covid-19 può avere diverse conseguenze negative, ma non altera la fertilità. Nelle donne che si sono ammalate, infatti, non è stata riscontrata una diminuzione della riserva ovarica a seguito del contagio.

Le probabilità di una donna di restare incinta sono determinate dalla sua riserva ovarica, ovvero dal numero di ovociti presenti nelle ovaie, e questa diminuisce con l'avanzare dell'età, ma può esser condizionata anche da altri fattori. La presenza di recettori del virus nell'ovaio ha reso necessario analizzare se il Sars-CoV-2 potesse o meno influenzare la fertilità femminile. Per questo, 46 pazienti in cura presso centri per la fecondazione assistita che avevano contratto e superato il Covid-19, sono state coinvolte in uno studio specifico. "A tutte, è stata ripetuta l'analisi dell'ormone anti-mülleriano (Amh) che è stata posta in confronto con lo stesso esame effettuato non più di sei mesi prima. I risultati - spiega Antonio Requena, direttore Medico di Ivi - hanno mostrato che l'infezione non ha influito minimamente sullo stato della riserva ovarica delle pazienti. Pertanto, è legittimo ipotizzare che le possibilità di successo di un trattamento di riproduzione assistita rimangano inalterate". Un nuovo studio si occuperà ora di verificare i risultati emersi su un campione di donne più ampio.

Il Covid-19, osserva Daniela Galliano, medico specializzata in Ginecologia e Medicina della Riproduzione, responsabile del Centro Pma di Ivi Roma, "ha riacceso il desiderio di famiglia e il risultato di questa ricerca è fondamentale per dare speranza anche a quelle coppie in cui la partner femminile è stata colpita dal virus". (ANSA).
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA