Tre anni fa l'Istituto ortopedico
Rizzoli di Bologna le impiantò uno sterno in titanio stampato in
3D, in quello che all'epoca fu il primo intervento in Italia del
genere: ora, a 30 anni, ha avuto una bambina al Sant'Orsola.
Protagonista, una giovane donna pugliese colpita da un rarissimo
tumore a cellule giganti dello sterno, di cui fino al 2018 erano
riportati solo nove casi nella letteratura scientifica. Per la
donna era stata realizzata una protesi in titanio su misura che
ricostruisse la morfologia esatta dello sterno e delle sei
costole (tre a destra e tre a sinistra). Insieme alla protesi
erano state impiantate una fascia tendinea proveniente dalla
Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico del Rizzoli e una protesi
di sintesi. I controlli, periodici, sono andati avanti nel corso
degli anni, sempre con ottimi esiti. "Ma quando abbiamo saputo
della gravidanza non nascondo che un minimo di apprensione c'è
stata - racconta Michele Rocca, responsabile della Chirurgia
toracica muscolo-scheletrica del Rizzoli, che eseguì
l'intervento nel 2018 con la dottoressa Mariacristina Salone,
sua collaboratrice - d'altronde avevamo sostituito due terzi
dello sterno e sei costole con un impianto in titanio che si
sarebbe trovato inevitabilmente a interagire con le naturali ma
profonde modifiche del corpo durante la gestazione e poi al
momento del parto". Così, la squadra che seguiva la giovane si è
allargata al professor Gianluigi Pilu, direttore dell'Unità di
Ostetricia e medicina dell'età prenatale del Sant'Orsola. Il
momento del parto, seguito da Giuliana Simonazzi dell'equipe del
Sant'Orsola, ha visto i chirurghi del Rizzoli vegliare sugli
aspetti legati alla presenza dell'impianto in titanio. "È andato
tutto bene, anche i controlli a cui qualche giorno dopo il parto
abbiamo sottoposto la neomamma, che ora è tornata a casa con la
sua bambina", spiega Rocca, sottolineando che "gli sforzi nella
ricerca per trovare nuove tecnologie e modalità di cura possono
riuscire a cambiare la storia dei pazienti che curiamo ogni
giorno".
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