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Covid: Capua, veterinari hanno un ruolo da guardiano

La ricercatrice: non siamo medici di serie B, necessario dialogo

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“Ci saranno delle pandemie in futuro? Di sicuro. Finché c’è l’uomo ci saranno anche loro. Ora ci troviamo in un momento così critico, pieno di grandi problematiche. Una spinta può partire dai veterinari che possono rivendicare la propria natura. I veterinari sono i guardiani di ciò che sta accadendo: possono leggere i cambiamenti e devono spingere le istituzioni a fare determinate cose”. A dirlo è Ilaria Capua, direttore del Centro di eccellenza One Health dell’Università della Florida, durante la presentazione dei dati Swg-Federchimica Aisa sull’approccio One Health e sulle zoonosi. “Noi veterinari non siamo medici di serie B – aggiunge Capua - sono amareggiata dal fatto che durante la pandemia i veterinari non siano stati cercati per niente”. Medici e veterinari, prosegue la studiosa, hanno bisogno di “dialoghi aperti per parlare con farmacisti, agronomi e con chi si occupa di sistemi di qualità. Siamo in un mondo incredibilmente complesso e connesso. I medici devono parlare con i veterinari e bisogna parlare in maniera interdisciplinare e nuova”. Per la ricercatrice, “la salute è un sistema in evoluzione e non bloccato. Parlare di ‘salute circolare’ vuol dire ricordarsi che viviamo in un sistema chiuso e non aperto. E’ come se il pianeta Terra fosse il nostro sacco amniotico”. “I veterinari che si occupano di piccoli animali possono e devono, nel loro perimetro operativo, fare capire alle persone che gli animali possono trasmettere malattie – continua Capua rivolgendosi agli specialisti presenti al webinar - Gli animali di affezione hanno un ruolo importante per la trasmissione di batteri antibiotico-resistenti. Ci sono anche norme igieniche di base da seguire e lo abbiamo visto con la pandemia".

In collaborazione con:
AISA

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