(ANSA) - ROMA, 07 OTT - Gli animali del bosco raccontano
cos'è la Sma, l'atrofia muscolare spinale. Arriva infatti il
cartone animato "Lupo racconta la Sma", una serie in 6 puntate
promossa da Biogen e Famiglie Sma distribuita da Amazon Prime
Video. Gli episodi hanno per protagonisti gli animali del bosco
(Lupo, Mastro Gufo, Tordo, Mamma cinghiale) che, grazie alle
voci narranti di Fabio Volo, Luca Ward, Francesco Pannofino, La
Pina e il Trio Medusa, raccontano cos'è questa patologia che
colpisce nel mondo circa 1 neonato ogni 10.000 e che, secondo
stime, interessa oggi in Italia circa 850 persone, di cui la
maggior parte con un'età inferiore ai 16 anni.
Tratto dall'omonima raccolta di favole scritte da Jacopo
Casiraghi, responsabile del Servizio di Psicologia del Centro
Clinico NeMO di Milano e psicologo dell'Associazione Famiglie
Sma Onlus, e rappresentate con il linguaggio semplice e le
illustrazioni di Samuele Gaudio, il cartoon contribuisce a
spiegare cosa significa affrontare ogni giorno questa malattia
genetica rara che colpisce bambini, ma anche ragazzi e adulti.
"Essere la voce di Tordo mi ha dato la possibilità di raccontare
la storia di una famiglia 'diversa' dalla mia, facendo vedere i
tanti punti in comune con la realtà di tutte le famiglie che
quotidianamente affrontano insieme difficoltà e problemi,
piccoli e grandi, sostenuti dalla forza dei loro legami", spiega
Fabio Volo.
Per Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO, "questa
serie è molto più di un semplice cartone animato. Sono storie
che riescono a far vivere quel labile confine tra sogno e
realtà, a maggior ragione ora che sappiamo che sta diventando
clinicamente possibile affrontare la malattia".
In Italia si calcola che ogni anno possano nascere con la Sma un
totale di 60/70 bambini, di cui circa il 50% con la forma grave.
"L'atrofia muscolare spinale è una patologia rara
caratterizzata dalla degenerazione dei motoneuroni del midollo
spinale e del tronco encefalico, che causa debolezza e atrofia
muscolare severa e progressiva. Si tratta di una patologia che,
nella forma più grave, viene solitamente diagnosticata entro i
primi mesi di vita del bambino, che avrà bisogno, oltre che di
supporto ventilatorio e nutrizionale, anche di assistenza per il
raggiungimento delle tappe motorie fondamentali, come tener
dritta la testa e stare seduto", spiega la neurologa Valeria
Sansone, direttore clinico e scientifico del Centro Clinico NeMO
di Milano e docente associato di Neurologia all'Università degli
Studi di Milano. (ANSA).