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Dal SarsCoV2 una lezione sulla trasmissione aerea dei virus

Dal SarsCoV2 una lezione sulla trasmissione aerea dei virus

Vale anche per influenza e rinovirus

27 agosto 2021, 08:46

Redazione ANSA

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Le goccioline emesse con starnuti e tosse sono fra i principali veicoli di trasmissione dei virus (fonte: James Gathany/CDC) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le goccioline emesse con starnuti e tosse sono fra i principali veicoli di trasmissione dei virus (fonte: James Gathany/CDC) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le goccioline emesse con starnuti e tosse sono fra i principali veicoli di trasmissione dei virus (fonte: James Gathany/CDC) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli studi fatti in questi mesi sul virus SarsCoV2 obbligano a riscrivere quel che sapevamo sui meccanismi di trasmissione di molti virus, anche influenza e rinovirus e indicano come sia sempre stata sottostimata la possibilità della trasmissione dei virus per via aerea. Lo indica la ricerca internazionale che sulla rivista Science ha analizzato i dati finora pubblicati su questo tema nella letteratura scientifica. Allo studio, coordinato da Chia Wang, dell'universtià cinese Sun Yat-sen, hanno partecipato le università di Colorado, California e l'Istituto di Tecnologia di Israele.

Fino ad ora, osservano i ricercatori, le modalità ritenute dominanti per la trasmissione degli agenti patogeni respiratori sono state l'esposizione ai droplet, ossia le goccioline prodotte da tosse e starnuti da parte di individui infetti, e il contatto con superfici contaminate, mentre la trasmissione aerea attraverso l'inalazione di aerosol, ossia droplet di dimensioni inferiori ai 5 milionesimi di metro (nanometri), a una distanza superiore ai 2 metri dall'infetto è stata normalmente ritenuta rilevante solo per 'malattie inusuali'.
"Tuttavia - rilevano gli autori della ricerca - esistono solide prove a sostegno della trasmissione per via aerea di molti virus respiratori, tra i quali i coronavirus che all'inizio degli anni 2000 hanno provocato le epidemie di Sars e Mers, e poi il virus dell'influenza, il rinovirus umano e il virus respiratorio sinciziale (RSV)".

La pandemia di Covid-19 ha spinto in questi mesi ad analizzare in modo più approfondito i meccanismi di trasmissione virale obbligando ora a riconsiderare l'importanza della trasmissione per via aerea di buona parte dei virus. Secondo i ricercatori è evidente come i soli meccanismi di trasmissione via droplet o per contatto di superfici non possano spiegare i numerosi eventi di superdiffusione e le differenze nella trasmissione tra ambienti interni ed esterni osservati durante la pandemia di Covid-19. "La trasmissione aerea di agenti patogeni è stata ampiamente sottovalutata, principalmente a causa di un'insufficiente comprensione del comportamento aereo degli aerosol e almeno in parte a causa dell'errata attribuzione di osservazioni aneddotiche", si osserva nell'articolo.

"Considerato tutto ciò che abbiamo appreso sull'infezione da SarsCov2 - si legge - la via di trasmissione dell'aerosol deve essere rivalutata per tutte le malattie infettive respiratorie". Secondo gli esperti questa consapevolezza permetterà di mettere in atto migliori strategie di mitigazione per molti altri virus, ad esempio migliorare i sistemi di circolazione dell'aria, i filtri, usare sistemi di disinfezione Uv e migliorare il design delle mascherine.

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