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Covid, dall'Italia un metodo per identificare le varianti emergenti

Covid, dall'Italia un metodo per identificare le varianti emergenti

Zollo (Ceinge), anticipiamo quali potranno diventare preoccupanti

14 aprile 2022, 16:11

Redazione ANSA

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Analisi dell 'evoluzione del virus SarsCoV2 in Italia nel 2020 (fonte: A. Boccia et al., IJMS) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Analisi dell 'evoluzione del virus SarsCoV2 in Italia nel 2020 (fonte: A. Boccia et al., IJMS) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Analisi dell 'evoluzione del virus SarsCoV2 in Italia nel 2020 (fonte: A. Boccia et al., IJMS) - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' nato in Italia un metodo che permette di identificare, fra le varianti del virus SarsCoV2, quelle che potranno diventare le più preoccupanti, le cosiddette VOC (Variant of Concern): arriva dall'analisi del comportamento del virus durante il lockdown ed è pubblicato sull'International Journal of Molecular Sciences dal gruppo di Massimo Zollo, del Ceinge-Biotecnologie avanzate e docente di Genetica dell'Università Federico II di Napoli, con primo autore Angelo Boccia, del gruppo di Bioinformatica del centro, coordinato da Giovanni Paolella.

"L'obiettivo di questa ricerca era trovare un metodo per identificare varianti o clades emergenti ", ha detto Zollo all'ANSA, riferendosi a gruppi di virus simili. "In questo modo diventa possibile anticipare quali virus potranno diventare VOC", ha osservato. Il punto di partenza sono stati i gruppi di virus simili che circolavano nel gennaio 2021: "ne abbiamo identificati 18, ma - ha detto ancora il genetista - a mano a mano che aumentavano le restrizioni tese a limitare la circolazione del virus, nell'agosto dello stesso anno il numero si è ridotto a 7. Subito dopo, ossia nel periodo compreso fra settembre e dicembre 2021, i clades sono aumentati a 9".

Questi dati, ha rilevato Zollo, "sono confermati da quanto è avvenuto", sia in seguito ai provvedimenti adottati, fra i quali le zone a colori, e la campagna di vaccinazione.
"Indicano inoltre che, quanto più circola il virus, quanto più si generano nuove varianti", ha detto ancora Zollo, riferendosi a quanto si sta osservando in questo periodo, compresa la nuova variante BA.2.3 in circolazione in Italia e la presenza di ricombinanti, come Xf e Xj, anche questi identificati in Italia. "Ora gruppi di virus simili si stanno distinguendo all'interno della variante Omicron", ma "non sappiamo che cosa questo potrà comportare dal punto di vista clinico.

Vediamo che il virus "sta dando problemi dal punto di vista dei ricoveri, ma ad oggi non possiamo formulare alcuna ipotesi". Secondo l'esperto "è possibile che la vaccinazione non sarà sufficiente: stiamo osservando infezioni di vaccinati e mutazioni del virus in zone che il vaccino doveva proteggere. Adesso è importante avere uno strumento per osservare quanto sta accadendo".

Tra i fenomeni più recenti c'è la comparsa dei ricombinanti, come Xj e Xf recentemente identificate in Italia. "Compaiono in quanto c'è un'alta probabilità che il virus si replichi e che addirittura più infezioni avvengano nella stessa persona e il paziente diventa un incubatore della ricombinazione", nel momento in cui avviene una doppia infezione con versioni diverse del virus SarsCoV2. "E' un fenomeno che non stupisce - ha osservato Zollo - perché i numeri delle sequenze ricombinanti sono significativamente alti. Probabilmente ne compariranno ancora di nuove e riuscire a combatterle è la frontiera del futuro".

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