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Fotografato uno dei bagliori più brillanti dell'universo

Fotografato uno dei bagliori più brillanti dell'universo

Dagli stessi autori della prima foto di un buco nero

14 febbraio 2023, 09:25

Redazione ANSA

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Una delle immagini del quasar Nrao 530 ottenute dalla collaborazione Eht (fonte: Jorstad et al., ApJL, 2023) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una delle immagini del quasar Nrao 530 ottenute dalla collaborazione Eht  (fonte: Jorstad et al., ApJL, 2023) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una delle immagini del quasar Nrao 530 ottenute dalla collaborazione Eht (fonte: Jorstad et al., ApJL, 2023) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fotografato uno degli oggetti più brillanti mai visti finora nell'universo: è un quasar, letteralmente una 'sorgente radio quasi stellare', ossia una galassia al cui centro di trova un gigantesco buco nero molto attivo, che ingurgita la materia che lo circonda con una rapidità straordinaria. L'immagine è stata ottenuta dalla collaborazione internazionale Event Horizon Telescope (Eht), la stessa che ha ottenuto la prima foto di un buco nero e la prima foto del buco nero che si trova al centro della Via Lattea, Sagittarius A*.

La ricerca, alla quale hanno partecipato decine di studiosi di tutto il mondo, è pubblicata su The Astrophysical Journal ed è stata coordinata dagli astronomi Svetlana Jorstad, dell'Università di Boston, e Maciek Wielgus, dell'Istituto tedesco Max Planck per la radioastronomia.

La luce del quasar, chiamato Nrao 530, ha viaggiato per 7,5 miliardi di anni prima di raggiungere la Terra ed è l'oggetto cosmico più distante finora osservato dai radiotelescopi della collaborazione Eht, distribuiti in tutto il mondo. Si tratta di un tipo particolare di quasar chiamato blazar, che orienta verso la Terra il suo getto di materia. Le immagini, le più dettagliate mai viste di un oggetto simile, potranno aiutare a comprendere meglio questi fenomeni cosmici.

 

 

Immagini del quasar Nrao 530 ottenute a partire dal 2017 utilizzando metodi diversi (fonte: Jorstad et al., ApJL, 2023)



Di per sé i buchi neri non emettono luce, ma la materia che li circonda può diventare molto luminosa a causa della forza di gravità e dell'attrito. Parte di essa, inoltre, viene incanalata lungo le linee del campo magnetico fino ai poli, dai quali viene scagliata nello spazio sotto forma di getti di plasma a una velocità vicina a quella della luce.

Proprio come le immagini dei due buchi neri, anche quella del quasar ha richiesto anni di lavoro. Le prime osservazioni risalgono infatti all'aprile 2017 e, ha detto Wielgus, "grazie alla potenza dei radiotelescopi di Eht abbiamo potuto osservare in dettaglio la struttura della sorgente".

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