La mancata protezione delle denominazioni di vino italiane nei diversi Paesi non solo rischia di favorire l'usurpazione da parte dei produttori locali ma, sottolinea la Coldiretti, favorisce anche l'arrivo su quei mercati di prodotti di imitazione realizzati altrove. Un problema che riguarda anche gli accordi di libero scambio siglati dall'Unione Europea nei quali è stata protetta solo una piccola parte delle denominazioni riconosciute e tutelate a livello comunitario.
Dal Bordolino argentino nella versione bianco e rosso al Barbera bianco prodotto in Romania e al Chianti fatto in California, sono i solo alcuni esempi delle contraffazioni e imitazioni di vini e liquori nazionali e non mancano neppure i wine kit per ottenere improbabili liquidi come il Montecino.
Mentre il Prosecco è fra i prodotti più bersagliati, con la Coldiretti che ha smascherato il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova; addirittura in Brasile diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione Prosecco nell'ambito dell'accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA