Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Al Met le donne che hanno cambiato la fotografia

Nel mondo

Al Met le donne che hanno cambiato la fotografia

"New Woman" in 185 scatti, dalla Modotti alla Lange a Lee Miller

NEW YORK, 28 giugno 2021, 19:19

di Alessandra Baldini

ANSACheck

Al Met le donne che hanno cambiato la fotografia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Al Met le donne che hanno cambiato la fotografia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Al Met le donne che hanno cambiato la fotografia - RIPRODUZIONE RISERVATA

NEW YORK - La Donna Moderna della fotografia: si chiama Gerda Taro sul fronte della guerra civile spagnola, o Tina Modotti tra i rivoluzionari messicani; Berenice Abbott tra gli intellettuali di Parigi, Dorothea Lange nel Midwest della Grande Depressione, o Lee Miller a Buchenwald e Dachau. E poi Ilse Bing, Lola Álvarez Bravo, Claude Cahun, Florestine Perrault Collins, Elizaveta Ignatovich, Niu Weiyu, Tsuneko Sasamoto e Homai Vyarawalla. La mostra al Metropolitan "The New Woman Behind the camera" racconta in 185 fotografie, libri illustrati e riviste l'impegno di queste fotografe che al pari, e talora al fianco, di colleghi come Man Ray o Robert Capa rivoluzionarono il modo di raccontare il mondo per immagini nei tumultuosi decenni tra le due guerre mondiali.

La New Woman degli anni Venti (declinata geograficamente come nouvelle femme e neue Frau, modan gāru e xin nüxing) fu una potente espressione di modernita', un fenomeno globale che incarnava un ideale di empowerment al femminile basato su donne reali protagoniste di cambiamenti rivoluzionari nella vita e nell'arte, facilmente riconoscibili nel look ma difficilmente definibili. Donne che sfidavano le convenzioni e gli stereotipi di genere, ammirate e al tempo stesso al centro di controversie.

"L'arco internazionale di questo progetto e' senza precedenti", ha detto Max Hollein, il direttore del Met presentando la mostra alla stampa: "La New Woman viene di solito classificata come un fenomeno occidentale, ma questa mostra dimostra il contrario, presentando una storia globale della fotografia fatta di sfumature. E' alle donne che ne fanno parte che dobbiamo al direzione presa dalla fotografia moderna".

"The New Woman Behind the Camera", aperta al Met dal 2 luglio al 2ottobre per fare poi tappa alla National Gallery di Washington, e' infatti la prima mostra che presenta su scala internazionale il ruolo pionieristico delle donne in una serie di settori, dalla sperimentazione di avanguardia, alla foto commerciale, dal fotogiornalismo alla documentazione sociale, l'etnografia, la danza, lo sport e ovviamente la moda. La mostra prende il via con una serie di autoritratti di Florence Henri, Annemarie Heinrich e Alma Lavenson per passare dagli studi commerciali di Berlino, Buenos Aires e Vienna a quello di Florestine Perrault Collins, un'afro-americana i cui ritratti di famiglie nere di New Orleans fanno parte della storia dei diritti civili oltre che della fotografia.

L'arrivo di macchine fotografiche di dimensioni ridotte porto' la Lange, Lucy Ashjian, Margaret Boa uscire dallo studio e a viaggiare per il mondo documentando poverta' e tensioni sociali. E poi la moda con riviste come Vogue e Harper's Bazaar che definivano i gusti e le aspirazioni della New Woman offrendo un spazio per sperimentazioni destinate a una platea prevalentemente femminile. Ma se piu' spesso le donne fotografe ricevevano compiti "soft", altre rischiarono la vita sulla line del fronte: la mostre presenta il lavoro di fotografe di guerra come Thérèse Bonney, Galina Sanko e Gerda Taro, le foto della Miller alla liberazione dei lager, vedute di Hiroshima di Tsuneko Sasamoto e foto della Cina di Mao di Hou Bo e Niu Weiyu.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza