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Teatro delle acque, Villa d'Este festeggia 20 anni di Unesco

Lazio

Teatro delle acque, Villa d'Este festeggia 20 anni di Unesco

Da Mussolini a sir Chamberlain nelle immagini Luce in mostra

ROMA, 30 maggio 2021, 13:07

di Daniela Giammusso

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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TIVOLI (ROMA) - Esistono luoghi destinati a raccogliere storie e meraviglie, nel sovrapporsi dei secoli. Dove, saltando avanti e indietro nel tempo, lo stesso scenario racconta di epoche, usi, volti diversi. Come Villa d'Este a Tivoli, meraviglia d'arte e architettura cinquecentesca voluta dal cardinale Ippolito d'Este, che arrivato da Ferrara dopo la nomina a governatore a vita nel 1550, scoprì che avrebbe dovuto abitare in uno scomodo e umile convento. Ne affidò dunque la trasformazione all'architetto Pirro Ligorio, affiancato da un numero impressionante di artisti e artigiani, per dar vita a quella villa Rinascimentale (su un sito che era già stato villa romana) che avrebbe fatto scuola di stile in tutta Europa. I d'Este ne mantennero la proprietà per tre generazioni, con il cardinal Rinaldo che affidò a Gian Lorenzo Bernini le celebri fontane del Bicchierone e la Cascata dell'Organo. Da allora la Villa ebbe alterne vicende, passando nelle mani degli Asburgo, per arrivare allo Stato Italiano nel 1918, dopo lunghe trattative e lo scoppio della prima guerra mondiale, e aprire al pubblico negli anni 1920-1930. Il 16 dicembre 2001, l'ingresso nella lista dei beni protetti dall'Unesco. Proprio per festeggiare i primi i vent'anni nella World Heritage List, Villa d'Este ospita da oggi e fino al 9 gennaio 2022 la mostra "Il teatro delle acque: Villa d'Este da giardino degli italiani a patrimonio universale", una galleria per immagini, nata per raccontare il carattere universale e rappresentativo di questo giardino delle meraviglie. Le foto esposte provengono infatti per lo più dal Fondo Attualità (1927-56) dell'Archivio Storico di Istituto Luce Cinecittà, costituito per documentare ufficialmente, insieme ai cinegiornali, la vita politica e sociale dello Stato fascista. Gli scatti testimoniano non solo lo stato della villa, ma anche l'uso scenografico e seduttivo che se ne fece negli in cui fu sede di rappresentanza del Ministero degli Esteri. Tanta magnificenza arrivò infatti dopo gli importanti lavori di ripristino e restauro intrapresi nel Ventennio (e testimoniati nelle foto), come l'intervento sul teatro d'acque della Fontana dell'Ovato (1925-26) o la realizzazione della Fontana di Nettuno o Rossi - Salvati (1927-29). Ecco allora nei tratti in bianco e nero si riconoscono l'allora Primo Ministro italiano, Benito Mussolini, insieme al cancelliere della Repubblica di Weimar Heinrich Brüning, il Ministro degli Esteri tedesco Julius Curtius, che il 7 agosto 1931 scendono la scalinata sul Gran Viale verso il giardino. Pochi mesi prima, nel dicembre 1930, ecco invece il Ministro della Marina Giuseppe Sirianni e il principe imperiale del Giappone Nobuhito Takamatsu a passeggio lungo il viale delle Cento Fontane. E poi ancora Sir Alexander, primo Lord dell'Ammiragliato inglese, davanti alla Fontana di Rometta. O il futuro primo ministro britannico, il conservatore Sir Chamberlain, che nel 1931 elegantissimo con bastone e bombetta, si mette in posa sul bordo della Fontana di Nettuno in compagnia di due signore e un ragazzino. "L'esposizione - spiega il direttore delle Villae, Andrea Bruciati - racconta Villa d'Este attraverso foto e filmati d'epoca per condividere una memoria ricca di storie inedite e testimonianze visive. La volontà è rendere il gioiello Patrimonio Unesco non solo un luogo di delizia e contemplazione, ma un sito intellettualmente attivo, incubatore di idee e di nuova meraviglia. La narrazione - aggiunge - è stata pensata per un pubblico internazionale, anche cinese, che ci auspichiamo nei mesi possa tornare a visitare i nostri siti e a viverne la potente fascinazione intellettuale e visiva". Proprio come i gruppi ritratti nelle foto, dalle partecipanti al IV Congresso Internazionale di Economia Domestica ªªªalla XII Assemblea del Turismo Internazionale. Mentre i filmati d'epoca (1930-78) di Istituto Luce Cinecittà restituiscono una narrazione parallela, intessuta di ospiti ed eventi di rilievo. Fino all'immagine raffinata e vintage della villa evocata, con un salto tenporale, invece dalle pubblicità degli anni Settanta.

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