Passato e futuro convivono nel rinato
museo archeologico di Santa Scolastica, nella città vecchia di
Bari. Ai reperti archeologici e ai manufatti in ceramica
risalenti al periodo tra il VI e il III secondo a.C., restituiti
alla pubblica fruizione dopo 27 anni, si affiancano per
celebrare la riapertura del museo della Città metropolitana le
opere contemporanee di collezioni private baresi. L'esposizione
"Le forme del desiderio", mostrata in anteprima due giorni fa al
ministro degli Esteri Luigi Di Maio e al vicepresidente della
Commissione europea Josep Borrell in occasione del G20, nasce
proprio dalla intuizione di inserire nelle nuove sale del museo
archeologico opere di alcuni degli artisti più noti del '900,
prevalentemente statunitensi, in un omaggio al collezionismo. Da
On Kawara a Sol Lewitt, Robert Mapplethorpe, Robin Heidi
Kennedy, Dennis Oppenheim, James Brown, Joseph Kosuth, Jenny
Holzer, Vincent Sassié, Joseph Kosuth Pat Steir, fino alle due
Marilyn Monroe di Andy Warhol, accolte nell'antico bastione
cinquecentesco del museo.
"Con questa apertura credo di aver completato un impegno con la
mia città, quello di riaprire tutti i luoghi della cultura" ha
detto il sindaco Antonio Decaro. Visitando la mostra, il sindaco
ha parlato di "esperienza immersiva e fighissima".
"La scelta di raccontare uno dei luoghi più antichi della
Puglia con il linguaggio del moderno è il segno della tensione
verso il futuro alla quale siamo chiamati" ha detto la
soprintendente regionale all'Archeologia e belle arti Maria
Piccarreta. La mostra, a cura di Roberta Giuliani con la
direzione artistica di Angelo Ceglie, si compone di 16 opere,
quadri, sculture e volumi, in un percorso tra le antiche mura
del museo archeologico arricchito da 27 punti video tematizzati
e centrati sul racconto del collezionismo con linguaggi diversi:
video-arte, musica, design, architettura, cinema.
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