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L'arte contemporanea di Tresoldi sulle rovine dell'antica Bari

Opera in rete metallica sorgerà su sito archeologico San Pietro

(di Isabella Maselli) BARI

BARI -Cambierà il volto di una parte di Bari, quella più antica, quella dove nella pietra sono ancora conservate le tracce dei primi insediamenti della città, risalenti all'età del bronzo, ma sarà un "monumento" contemporaneo che dai resti della storia e dall'assenza delle antiche architetture, ricostruirà nuove presenze proiettando lo spazio verso il futuro e aprendosi alla città. E' il progetto artistico al quale sta lavorando Edoardo Tresoldi, 34enne scultore milanese, noto a livello internazionale per la sua ricostruzione in rete metallica della Basilica paleocristiana di Siponto. Questa volta il suo "cantiere" è il sito archeologico di San Pietro, nel centro storico di Bari, sul promontorio più a nord della muraglia che si affaccia sul mare. Lì dove dalla terra e dalla pietra sono riaffiorati nel tempo i segni delle contaminazioni e degli stili architettonici, in una stratificazione che parte da strutture urbanistiche del II millennio avanti Cristo e arriva al secondo dopoguerra. Tra gli altri ci sono una necropoli preistorica, i resti della chiesa medievale di San Pietro Maggiore e il convento francescano del XV secolo che dal 1887 ha ospitato l'ospedale consorziale poi demolito nel 1969. Il progetto, finanziato dal Ministero della Cultura con 2 milioni di euro di fondi europei e vincitore di un bando, durerà due anni, ma la realizzazione dell'opera sarà solo il culmine di un percorso, che coinvolgerà anche i cittadini, tra scavi, studio e ascolto. Il monumento che sorgerà sull'area archeologica "riprenderà le fisicità delle architetture che hanno vissuto quello spazio - spiega l'artista - , per poi riproporle attraverso un nuovo racconto di materiali". L'opera, cioè, "non racconterà il passato, ma lo ascolterà creando una nuova stratificazione. Stiamo immaginando - dice Tresoldi - un nuovo anello della storia di quel posto, che da 40 anni è un vuoto urbano, cercando di aprirlo nuovamente alla città e di costruire una dimensione di spazio pubblico che parta dallo storia e arrivi ad essere una piazza viva". La valorizzazione del sito archeologico si espliciterà proprio nella relazione tra contemporaneo e antico. "Ci stiamo prendendo la libertà di partire da una eredità storica - continua l'artista - e attorno a questa strutturare un monumento che parli di Bari nella sua dimensione più contemporanea, una Bari che è in continuo cambiamento". L'elemento su cui si basa il progetto, ancora incompiuto nella fase progettuale, è "la grande unicità che ha una città come questa di definire la propria identità proprio nel modo in cui vive lo spazio". E sarà una rete metallica a "raccontare l'assenza", secondo quel "concetto di rovina metafisica" caro a Tresoldi, nel quale "ogni parte del costruito vive una sua storia fatta di presenza fisica, di materia, ma continua a esistere nella parte immateriale. In quel vuoto urbano stanno già vivendo tantissime fisicità e il nostro compito sarà intercettarle e trovare il modo di riportarle a livello di presenza negli spazi della città. Sarà il racconto di un'assenza - conclude l'artista - che riesce a costruire una nuova relazione con la materia e con le persone che la abitano".

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