Palazzo Reale, che fu la reggia di
Federico II, rivela le sue storie sotterranee scoprendo altri
tesori a partire da 2.500 anni fa: dai corredi funerari di epoca
punica alla mappa di Palermo del 1020. Le radici del palazzo,
che sono anche quelle della città, si ritrovano nell'itinerario
archeologico inaugurato oggi, che ripercorre un esteso periodo
storico. E siccome si parte da lontano l'operazione promossa
dalla fondazione Federico II è stata chiamata "Radici
Ritrovate".
Il percorso è stato presentato dal presidente dell'Ars,
Gianfranco Micciché, che è anche presidente della Federico II, e
dalla direttrice della fondazione Patrizia Monterosso. "Questo è
un altro tassello per la piena fruizione di un palazzo che
appartiene alla Sicilia, terra straordinaria, e al mondo", ha
detto Micciché. "Stiamo recuperando i segni e il patrimonio
culturale di civiltà importanti", ha aggiunto Monterosso.
L'apertura del percorso archeologico è il seguito di una
complessa operazione che negli ultimi anni ha portato, ha
ricordato la direttrice, all'apertura del portone monumentale e
del corridoio medievale che accede al cortile Maqueda, alla sala
di re Ruggero, alla Torre Pisana e ai Giardini reali.
Il percorso presenta un allestimento di reperti che vengono
da due campagne di scavi: quella del 1953 e quella del 1984
guidata dall'archeologa Roa Camerata Scovazzo, che hanno portato
alla luce reperti integri ed emblematici soprattutto del periodo
punico. Molti di questi pezzi, che provengono da una necropoli e
coprono un periodo compreso tra il VII e il III secolo avanti
Cristo, facevano parte delle collezioni del museo Salinas e
resteranno a Palazzo Reale in esposizione permanente. Uno dei
pezzi pregiati dell'esposizione è una mappa di Palermo e della
Sicilia, parte di una guida disegnata da un anonimo cartografo
tra il 1020 e 1050, che nel 2002 venne acquistata
dall'Università di Oxford.
Tutto il materiale offre una lettura dell'organizzazione
socio-culturale di Palermo sin dalle sue origini puniche e fino
alla fase normanno-sveva.
L'ultima tappa del recupero delle antiche radici del palazzo,
ha annunciato Micciché, sarà quella che porterà alle segrete,
dove si trovavano le carceri. Resta invece indefinito il destino
del progetto che prevede la trasformazione in giardino del
piazzale davanti al palazzo. Il sito è stato assegnato
all'Unesco ma, ha sottolineato Micciché, "abbiamo di fronte muri
burocratici".
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