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Due fotoreporter italiani fermati in Francia, notte in cella

Due fotoreporter italiani fermati in Francia, notte in cella

'Reportage sui migranti,ci hanno accusato di essere trafficanti'

BOLOGNA, 06 aprile 2021, 20:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una notte in cella di sicurezza, senza scarpe, e sottoposti a due interrogatori prima di essere rilasciati. E' la brutta avventura di due fotoreporter italiani, Michele Lapini e Valerio Muscella, fermati la notte scorsa, tra lunedì e martedì, dalla Gendarmeria francese, mentre documentavano un gruppo di migranti, cinque ragazzi afgani e tre iraniani, che da Claviere (Torino) cercavano di raggiungere la Francia.
    "Li stavamo fotografando e non ci eravamo resi conto di aver superato il confine, perché non ci sono cartelli visibili - racconta Lapini - poi ad un certo punto hanno svoltato in una stradina nei boschi e all'improvviso sono sbucati dal nulla i gendarmi francesi. I profughi sono stati subito fermati e condotti nella caserma alla frontiera del Monginevro, per poi essere rispediti indietro, mentre noi abbiamo mostrato i tesserini dell'Airf per fargli capire la nostra professione.
    Sembrava tutto a posto ma poi ci hanno portati in caserma".
    Ed è lì che un funzionario ha avanzato nei confronti dei due fotoreporter italiani il sospetto che fossero dei trafficanti di migranti, dicendo loro che sul rilascio avrebbe dovuto decidere il procuratore. "Ci hanno messo in due diverse celle di sicurezza, con la luce sempre accesa - spiega ancora Lapini - e poi la mattina, dopo le 4, ci hanno interrogato separatamente, volevano sapere se avevamo preso dei soldi dai migranti". Alla fine, dopo aver convinto le autorità che erano entrambi fotogiornalisti, sono stati rilasciati verso le 11 di questa mattina, "senza che ci venisse consegnata una carta di quello che era successo", sottolinea ancora Lapini, che da diversi anni vive e lavora a Bologna. "Ogni sera la polizia francese respinge decine di migranti, non solo ragazzi come quelli che documentavamo noi, ma anche famiglie con bambini che camminano chilometri sui sentieri di montagna, in mezzo alla neve. E' questo il vero dramma", tiene a sottolineare Lapini.
   

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