Il Museo Morandi di Bologna ospita
dal 27 maggio al 29 agosto 'Morandi racconta. Il segno inciso:
tratteggi e chiaroscuri', a cura di Lorenza Selleri. Il progetto
è il quinto e ultimo appuntamento del ciclo di focus espositivi
'Re-Collecting', ideato da Lorenzo Balbi per approfondire temi
legati alle collezioni permanenti del MAMbo e del Museo Morandi,
indagando aspetti particolari e valorizzando opere solitamente
non visibili o non più esposte da tempo.
L'esposizione si concentra sulla tecnica dell'acquaforte, di
cui Giorgio Morandi fu maestro in senso stretto (dal 1930 fu
docente di Tecnica dell'Incisione all'Accademia di Belle Arti),
ma anche in senso lato, dato che dalla sua straordinaria
capacità tecnica e dal suo rigore non si può prescindere. Si
dedicò alla grafica, e in particolare all'acquaforte, con un
impegno pari a quello dedicato alla pittura ("dipingo e incido
paesaggi e nature morte", dichiarò nel 1937), tanto che ne
divenne un interprete straordinario, tra i più significativi del
panorama europeo del suo tempo. Sette delle 14 acqueforti
esposte entrarono a far parte del patrimonio del Comune di
Bologna nel 1961, quando Morandi le donò, conservando
l'anonimato, in occasione del riordino delle raccolte della
Galleria d'Arte Moderna, all'epoca con sede a Villa delle Rose.
Accanto a queste opere sono presentati alcuni fogli
appartenenti a collezioni private, concessi in comodato gratuito
al museo, e la stampa della sola lastra, ad oggi nota, che
Morandi incise con la tecnica della ceramolle. Completa
l'esposizione una selezione di strumenti originali, lettere,
fotografie e documenti inediti provenienti dall'Archivio Storico
dell'Accademia di Belle Arti di Bologna.
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