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Per la maggioranza degli italiani la pandemia impatta sul reddito

Per la maggioranza degli italiani la pandemia impatta sul reddito

Eurobarometro, per 45% già avuto impatto, il 31% se lo attende

03 giugno 2021, 09:40

Redazione ANSA

ANSACheck

Il 76% degli italiani vuole Ue più competente in gestione crisi sanitarie - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - L'ultimo sondaggio del Parlamento mostra che il sostegno all'Ue rimane alto, mentre più della metà degli europei afferma che la pandemia ha avuto o avrà un impatto sulle finanze personali. Un nuovo sondaggio Eurobarometro, commissionato dal Parlamento europeo e condotto tra marzo e aprile 2021, mostra l’impatto sempre più marcato della pandemia sulla vita personale e sulla situazione finanziaria dei cittadini.

Otto intervistati su dieci a livello europeo sono al corrente di cosa sta facendo l'Ue per affrontare le conseguenze della pandemia, mentre i cittadini mettono la salute pubblica, la lotta alla povertà, il sostegno all'economia e all'occupazione e la lotta ai cambiamenti climatici in cima alle loro priorità per il Parlamento europeo. Nel complesso, il sondaggio indica un forte sostegno all'Ue e un ampio consenso sul fatto che le sfide globali come la pandemia di COVID-19 siano affrontate più efficacemente a livello europeo.

Alla fine del primo trimestre del 2021, il 31% degli europei ha visto la propria situazione finanziaria personale colpita negativamente dalla pandemia, mentre il 26% si aspetta che ciò si verifichi nel prossimo futuro. A livello UE, si ottiene così una maggioranza del 57% (31 più 26), mentre a livello nazionale si registrano importanti variazioni. In Italia, l’impatto finanziario della pandemia è percepito in maniera più forte, con il 45% che afferma di averne già subito gli effetti e il 31% che prevede di subirne in futuro. Solo il 23% (rispetto alla media UE del 42%) afferma che il proprio reddito non sarà toccato dal Covid.

Nonostante l'impatto finanziario della pandemia, la maggioranza degli intervistati Ue (58%) ritiene che i benefici per la salute derivanti dalle misure di restrizione superino i danni economici che potrebbero aver causato. Questa opinione è condivisa nella maggior parte dei paesi dell'Ue e suggerisce un cambiamento di approccio rispetto alla seconda metà del 2020, quando una leggera maggioranza di cittadini stimava che i danni economici fossero maggiori rispetto ai benefici per la salute, secondo i dati del sondaggio del PE di ottobre/novembre 2020. In Italia, l’opinione pubblica è divisa a metà, con il 49% degli intervistati che indica un impatto positivo delle misure per la salute pubblica, e il 50% che indica che i danni a livello economico superano i benefici sanitari.

Gli europei sono ben consapevoli degli sforzi dell'Unione europea per combattere la pandemia e le sue conseguenze: otto europei su dieci hanno sentito, visto o letto di misure o azioni avviate dall'UE per rispondere alla pandemia - e quasi la metà dei cittadini UE (48%) sa quali sono queste misure. Il 48% dei cittadini UE che ne è al corrente si dichiara soddisfatto delle misure, mentre il 50% non lo è. Allo stesso modo, solo il 44% dei cittadini dell'UE è soddisfatto del grado di solidarietà interna tra gli Stati membri nel combattere la pandemia. In Italia, il livello di soddisfazione per le azioni intraprese dall’Ue è più o meno lo stesso della media Ue, con il 48% che si dice soddisfatto, mentre il 51% non lo è.

Nonostante le variazioni nelle risposte a breve termine e le differenze tra paesi, i giudizi positivi sull'immagine dell'UE rimangono ad un livello tra i più alti dell’ultimo decennio. In media, quasi un cittadino UE su due (48%) vede positivamente l’UE. Il 35% ha un'immagine neutra, mentre solo il 17% esprime un’opinione negativa. Questo sondaggio conferma il costante aumento della tendenza positiva nei confronti dell’UE negli ultimi dieci anni, nonostante la pandemia e le sue conseguenze sulla vita dei cittadini europei (nel 2012, il 30% dichiarava di avere un’immagine positiva).

La combinazione della visione dei cittadini, talvolta critica, sulle misure concrete adottate per affrontare la crisi con la tendenza positiva a lungo termine sul sostegno di fondo all'Unione europea, spiega anche la netta e costante richiesta di riforme: il 70% degli intervistati dichiara di essere generalmente a favore dell'UE. Tuttavia, meno di un quarto degli europei (23%), si dice a favore dell'UE "per come è stata realizzata finora" - un calo di quattro punti da ottobre/novembre 2020. E quasi la metà degli intervistati (47%) si dichiara "favorevole all'UE, ma non nel modo in cui è stata realizzata finora".

Il 76% degli italiani vuole che l'UE acquisisca maggiori competenze per affrontare le crisi come la pandemia, mentre il 22% si trova in disaccordo. Una percentuale di favorevoli decisamente alta, anche se in leggero calo rispetto al sondaggio del 2020 (meno 4 punti percentuali). A livello UE, la percentuale dei favorevoli a maggiori competenze è leggermente più bassa (74%). Alla domanda su quali siano gli aspetti su cui l'UE dovrebbe dare priorità nell'affrontare la pandemia, gli europei identificano come più importante il rapido accesso a vaccini sicuri ed efficaci per tutti i cittadini dell'UE (39%). Ciò rappresenta la seconda priorità per gli intervistati italiani, con più o meno la stessa percentuale: 37%.

Per l’Italia, la prima priorità per l’azione dell’UE è quella di aumentare le risorse per lo sviluppo di trattamenti e vaccini (39%, contro il 29% a livello Ue). La terza priorità italiana, anche qui con percentuali decisamente più alte della media UE, è rappresentata dallo sviluppo di una politica sanitaria europea (34% rispetto al 25% della media Ue). Le altre priorità sono: stabilire una strategia di crisi europea (28% a livello UE, 23% in Italia) e sostenere l’accesso universale ai vaccini (25% in Italia, 23% in UE).

Interrogati sulle loro aspettative nei confronti del Parlamento europeo, la stragrande maggioranza dei cittadini italiani che hanno partecipato al sondaggio (il 75%, rispetto alla media Ue del 49%) vogliono che i loro deputati mettano la salute pubblica in primo piano. Seguono le misure a sostegno dell'economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro (54% in Italia, 39% a livello Ue), la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale (36% in Italia, 39% in Ue) e l'azione contro il cambiamento climatico (24% in Italia, 34% nella media Ue).

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