di Redazione ANSA
'Ma ha reso fenomeno più visibile' dice Ad di Parmigiani Fleurier

Traxler, e-commerce non ha favorito falsi

(di Irene Giuntella) - BRUXELLES - "L'E-commerce non ha aumentato il fenomeno della contraffazione ma lo ha reso più visibile". Così in un'intervista all'ANSA Davide Traxler, amministratore delegato dell'azienda di orologi di lusso Parmigiani Fleurier.

Ogni anno l'azienda subisce un danno corrispondente a tre lotti di prodotti contraffatti."La contraffazione del nostro marchio avviene soprattutto in Paesi come Cina, Taiwan, Hong Kong e Vietnam e i prodotti si trovano in commercio anche negli Usa", sostiene Traxler. "Anni fa abbiamo trovato una boutique che falsificava il nostro marchio in Cina".

"Negli ultimi anni devo dire che la creatività delle imitazioni è migliorata, portando nuove idee estetiche. Ci è capitato di trarne addirittura ispirazione per i nostri prodotti originali, ma noi abbiamo la nostra manifattura e questa non può essere contraffatta" afferma l'Ad dell'azienda. Secondo Traxler, la contraffazione non avviene solo nell'imitazione del prodotto, ma anche del marchio che spesso compare registrato in altri Paesi con caratteri diversi ma pronunciato con lo stesso suono dell'originale, come spesso accade in Cina. In questo caso, secondo Traxler, è molto difficile dimostrare la contraffazione del marchio.

"E'importante che il consumatore a cui offriamo un prodotto di valore su cui vuole investire sia tutelato da imitazioni e contraffazioni, che compri quello che si aspetta - ribadisce Traxler - e per questo è fondamentale controllare che i prezzi corrispondano a quelli proposti dalla marca". In Medio Oriente "abbiamo riscontrato casi di orologi comprati da noi senza diamanti che sono stati trasformati poi successivamente con pietre aggiunte prodotte in Thailandia o altri Paesi e rivenduti".

Spesso i clienti si rivolgono ai punti vendita per le riparazioni, ignari di portare al polso un prodotto falso ed è così che in genere l'azienda si accorge di casi di contraffazione."In alcuni Paesi il punto vendita è autorizzato a sequestrare il prodotto falso, ma noi non possiamo farlo" spiega l'Ad dell'azienda. Secondo Traxler è complesso registrare il marchio, e quindi tutelarlo, nei vari Paesi perché ci si scontra con legislazioni molto differenti. "Nell'Ue sostanzialmente fa fede chi ha registrato per primo il marchio, negli Usa conta sia la registrazione che la dimostrazione dell'uso: se non è utilizzato, non è più valido" conclude Traxler.

Contraffazione: Ue, 15% dei falsi colpisce aziende italiane

Contraffazione: Ue, 15% dei falsi colpisce aziende italiane

BRUXELLES - Ogni anno la contraffazione genera perdite pari a 15 miliardi di euro nelle entrate dei bilanci dei governi Ue. I più colpiti dai falsi sono i prodotti cosmetici. Nell'Ue le mancate vendite nel settore sono pari a 9,6 miliardi di euro, in Italia 935 milioni di euro. E' quanto emerge da una nuova stima dell'Ufficio Ue per la proprietà intellettuale (Euipo) riportata nella relazione 2020 sullo stato delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale (Dpi) che comprende le indagini dell'Ocse e dell'Ufficio Ue dei brevetti (Ueb). Secondo la ricerca il 15% di tutti i prodotti contraffatti nel commercio internazionale sequestrati dalle autorità doganali viola i diritti di proprietà intellettuale delle imprese con sede in Italia rappresentando un "grave rischio per i consumatori".

Secondo quanto si legge nel rapporto Euipo, i prodotti più 'taroccati' sono i giocattoli, gli articoli per l'infanzia e i vestiti destinati ai bambini. Oltre alle perdite dovute alla riduzione di gettito fiscale e alla mancato versamento di contributi sociali da parte dei produttori illegali, la relazione pone l'accento sulle vendite non realizzate a causa della contraffazione che hanno raggiunto un valore di 19 miliardi di euro. Tra i settori più colpiti nell'Ue figurano i cosmetici dove ogni anno si registrano mancate vendite pari a 9,6 miliardi in Ue. Rispetto all'ultima analisi di Euipo del 2019 il danno complessivo causato dalla contraffazione alle imprese 'regolari' ha registrato un aumento di 2,5 miliardi di euro, di cui 225 milioni di euro a carico di aziende italiane. 

"La contraffazione non è un reato senza vittime. I prodotti contraffatti sottraggono alle imprese vendite legittime e privano i governi di entrate più che necessarie, oltre a presentare ovvi rischi per la salute e la sicurezza degli utilizzatori" ha detto il direttore esecutivo dell'Ufficio Ue per la proprietà intellettuale (Euipo), Christian Archambeau"La nostra collaborazione con Europol rivela che i proventi della contraffazione possono sostenere anche forme gravi di criminalità organizzata" ha aggiunto il direttore di Euipo. Dal 2016 le autorità Ue hanno condotto 29 operazioni rilevando il legame tra produttori illegali e traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro. "Per far fronte a questa situazione è necessaria un'azione internazionale concertata a tutti i livelli" ha concluso Archambeau.

 

 


La moda italiana a Bruxelles denuncia i danni causati dalla contraffazione

La moda italiana a Bruxelles denuncia i danni causati dalla contraffazione

BRUXELLES - "La contraffazione colpisce le aziende e genera fatturato illegalmente, alimentando un giro malavitoso" e per questo "deve essere affrontata a livello nazionale e europeo". Così Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda a margine dell'evento di presentazione a Bruxelles della pubblicazione "Making IT- Fitting the Future" di Deloitte e Scuola Holden che ha raccolto le esperienze di 25 imprenditori per raccontare l'industria della moda made in Italy e le sfide del futuro. Tra queste sicuramente l'acquisizione di grandi marchi italiani da parte di gruppi esteri.

"Non siamo preoccupati perché le acquisizioni di gruppi europei e francesi hanno portato beneficio alle dimensioni aziendali sui territori creando occupazione e innovazione. Bottega Veneto e Gucci non sono andate a produrre in Cina", ha commentato Marenzi ricordando che ciò che può rappresentare un problema per le imprese è piuttosto la delocalizzazione, cioè "quando portano via il nostro know-how". Le conoscenze e le capacità delle maestranze sono infatti un valore aggiunto frutto di anni di lavoro, un fattore fondamentale per il successo delle aziende italiane.

I lavori della conferenza sono stati preceduti da una cena presso l'Ambasciata italiana a Bruxelles organizzata dall'ambasciatrice Elena Basile alla presenza del Senatore a vita ed ex-presidente del Consiglio Mario Monti, il presidente di Confindustria Moda Claudio Marenzi, il presidente di Deloitte Central Mediterranean Gianmario Crescentino, il presidente e CEO di Deloitte Italia Fabio Pompei, gli europarlamentari Irene Tinagli, Simona Bonafè, Massimiliano Salini e il direttore generale della Direzione Connect della Commissione europea Roberto Viola.

Secondo la pubblicazione presentata oggi, nel 2018 il fatturato dell'intero settore tessile, moda e accessorio (TMA) ha raggiunto i 95,5 miliardi di euro e registrato un saldo della bilancia commerciale positivo per oltre 28 miliardi. Inoltre, in Europa il comparto moda italiano genera il 34% del valore aggiunto e occupa un quinto dei lavoratori dell'eurozona (22%).

Tra le istanze che Confindustria Moda ha portato all'attenzione della platea internazionale riunitasi per l'occasione, ci sono, oltre alla lotta alla contraffazione, la protezione del made in Italy e della proprietà intellettuale, nonchè la reciprocità. "Importiamo facilmente dalla Cina, mentre l'esportazione verso l'Asia è problematica" ha spiegato Marenzi. Tra le problematiche da affrontare anche i "mass market", mercati di massa, che sfruttano e copiano modelli identici a quelli fatti in Italia producendoli fuori dall'Europa a prezzi stracciati. "Le piccole imprese artigiane - ha concluso Marenzi - che hanno tempi di produzione più lunghi vengono derubate della propria originalità".


Falsi cosmetici 'rubano' quasi 1 miliardo di euro alle aziende italiane

Falsi cosmetici 'rubano' quasi 1 miliardo di euro alle aziende italiane

BRUXELLES - La contraffazione in Italia colpisce soprattutto i cosmetici e i prodotti per la cura della persona, causando ogni anno perdite per le mancate vendite pari a 935 milioni di euro. E' quanto emerge da una nuova stima dell'Ufficio europeo per la proprietà intellettuale (Euipo) nella relazione 2020 sullo stato delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale.

"In Italia, dall'ultima stima si è registrato un aumento di 225 milioni di euro" nelle perdite delle mancate vendite del settore cosmetico, spiega il portavoce di Euipo Julio Laporta . Dai dati raccolti nell'analisi risulta che i cosmetici e i prodotti per la cura della persona sono i più colpiti dai falsi e causano in tutta l'Unione europea perdite per le mancate vendite pari per 9,6 miliardi di euro.

Il secondo settore più colpito dalle contraffazioni è quello dei giocattoli (123 milioni di euro in Italia e 1 miliardo in Ue), seguito dai vini e gli alcolici (300 milioni di euro in Italia, 2,3 miliardi in Ue), e dal settore farmaceutico (900 milioni in Italia, 6 miliardi in Ue). Il valore complessivo delle perdite a causa dell'invenduto in questi quattro settori, che rappresentano un particolare rischio per la salute, è pari a 2,2 miliardi di euro in Italia, 19 miliardi di euro nell'Unione europea. Secondo le ultime ricerche di Euipo, a causa della contraffazione e delle mancate vendite sono stati persi più di 671mila posti di lavoro nell'ambito di attività lecite e 15 miliardi di euro l'anno di entrate fiscali negli Stati membri.

Inoltre, secondo la ricerca, il 15% di tutti i prodotti contraffatti nel commercio internazionale sequestrati dalle autorità doganali viola i diritti di proprietà intellettuale delle imprese con sede in Italia, rappresentando un "grave rischio per i consumatori".
L'Italia su questo aspetto è seconda solo alla Francia (16,6%). Oltre a rappresentare un forte danno economico, la contraffazione rappresenta un rischio anche per la salute dei cittadini: "il 97% delle merci contraffatte registrate è stato considerato come fonte di gravi rischi". Si tratta soprattutto di pericoli causati dall'esposizione a sostanze chimiche, alle scosse elettriche dovute a prodotti illegali, danni all'udito, incendi e soffocamenti.


Collane e anelli erano falsi, sequestrato 1 milione di monili

Perla di Boemia, zircone, corallo, argento, madreperla. Sono le indicazioni riportate su un milione di articoli sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino, ma che in realtà erano prodotte artificialmente con pasta vitrea o ceramica.

(Immagine d'archivio)

Perla di Boemia, zircone, corallo, argento, madreperla. Sono le indicazioni riportate su un milione di articoli sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino, ma che in realtà erano prodotte artificialmente con pasta vitrea o ceramica. Collane, bracciali, orecchini e anelli avrebbero consentito al gestore di un market di 'Porta Palazzo', lo storico mercato nel centro di Tornio, un profitto di oltre 1 milione di euro.
    Nel corso della perquisizione, i finanzieri del Gruppo Pronto Impiego del capoluogo piemontese, coordinati dal Pool Tutela del Consumatore della Procura della Repubblica Torinese, hanno anche rinvenuto centinaia di mascherine che, oltre a non essere conformi, riportavano falsamente il marchio di note griffe della moda mondiale. Tra queste molte con il loro della nota app Tik-Tok, popolarissima tra i giovanissimi. La titolare dell'attività è stata denunciata per frode in commercio, false indicazioni di origine e qualitative della merce, contraffazione e ricettazione. Rischia anche sanzioni sino a 25mila euro.